Commissari d’esame: il compenso è una questione di equità

Sarebbe intollerabile impiegare a costo zero i commissari interni per la Maturità“.

La Gilda degli Insegnanti ha commentato in modo perentorio la misura prevista dalla legge di stabilità 2015 per il comparto scuola che con l’obiettivo di risparmiare 147 milioni di euro intende modificare l’Esame di Stato “sulle spalle, ancora una volta, dei docenti”.

“Gli insegnanti impegnati nelle commissioni – ha protestato il sindacato – dovrebbero dunque lavorare senza ricevere alcun compenso aggiuntivo o indennità”.

Pur trattandosi di personale scolastico regolarmente stipendiato, da un punto di vista prettamente sindacale la protesta non fa una piega, anche se si tratta di una prestazione particolare e di responsabilità.

Quel che un po’ stona nella protesta è il fatto che i professori della secondaria di I grado da sempre fanno parte di diritto, come membri interni, della commissione dell’esame di Stato per la licenza media, senza ricevere alcun compenso o indennità.

E anche quello è un esame di Stato.

Anche in quella commissione d’esame di licenza l’unico membro esterno è il presidente, con la differenza che, rispetto al presidente della commissione di maturità, non riceve alcun compenso o indennità.

Se proprio deve partire questa guerra santa per il compenso dei commissari interni d’esame, la si combatta anche per la tutela dei commissari interni dell’esame di licenza media, con presidente esterno compreso. Oppure, in tempi di recessione, niente compenso per nessuno. In entrambi i casi, no – per equità – a una situazione di figli e figliastri.