In 300mila manifestano contro tagli e riforma Gelmini

E’ in corso la giornata di protesta di organizzazioni sindacali e studenti contro i tagli e la riforma del ministro Gelmini. La Flc-Cgil ha indetto un’ora di sciopero, mentre l’Unicobas ha proclamato l’astensione dal lavoro per l’intera giornata, e manifesta insieme agli studenti delle scuole medie, superiori e universitari, aderenti a varie sigle e movimenti, che hanno organizzato mobilitazioni in 80 città italiane.

Gli organizzatori quantificano la partecipazione alle manifestazioni in almeno 300mila. I partecipanti alla manifestazione più importante, quella di Roma, sarebbero oltre 30mila, che sono arrivati fino al ministero dell’Istruzione, paralizzando la città.

Questi alcuni degli slogan scanditi dai manifestanti: ‘La scuola è un bene comune. Studenti, precari, genitori in mobilitazione’, ‘Con questa riforma a scuola non si torna’, ‘Lotta – lotta – lotta, non ti fermare, il decreto si può fermare’, ‘Gelmini saremo il tuo inferno’. I ragazzi hanno cantato anche ‘Stella ciao’ parodia di ‘Bella ciao’ che fa il verso al nome del ministro Mariastella Gelmini.

Quando il corteo a Roma è arrivato in viale Trastevere, sotto la sede del ministero dell’Istruzione, l’aria si e’ tinta del rosso dei fumogeni. Sulla scalinata del dicastero è stato allungato lo striscione ‘Riforme, tagli, precarietà. Ci rubano il futuro, ci tolgono la dignità.

I ragazzi organizzati nella Rete degli studenti hanno indossato i caschetti gialli che si portano nei cantieri. In questo caso per ripararsi simbolicamente dalle macerie “che Gelmini e Tremonti hanno lasciato” spiegano, annunciando che le proteste non si fermeranno. Da domani partiranno i ‘Cantieri della scuola pubblica’, iniziative e assemblee “per dare inizio alla ricostruzione della nostra scuola e del nostro futuro“. Gli studenti aderiranno anche alla manifestazione della Fiom-Cgil in programma per il 16 ottobre.

A Milano hanno manifestato oltre 10mila studenti (20mila secondo gli organizzatori) e il corteo è stato aperto da un manifesto che ritrae il ministro Gelmini in tuta mimetica e da uno striscione contro la ‘cultura militare nelle scuole’ con riferimento al progetto ‘Allenati per la vita’.

A Palermo due cortei hanno attraversato il centro della città e alcuni giovani hanno sfilato travestiti da soldati e hanno bruciato in strada il fantoccio di un militare al grido di ‘vogliamo più cultura e meno guerre’. Anche l’Unione degli universitari è scesa in piazza con, secondo le loro stime, 60mila a Torino, 20mila a Firenze, 15mila a Bologna.

Ma secondo il ministro Gelmini, la protesta di oggi sa solo “riproporre vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo, di chi è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra“.

Il giudizio del ministro è rispedito però al mittente da Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd: “Se qui c`è qualcuno che abusa di vecchi slogan è proprio il ministro Gelmini, quando parla di scuola come ‘luogo di indottrinamento politico della sinistra’“.