Volantini No Tav a scuola: punire o non punire? (E chi punire?)
La settimana scorsa, presso l’Itis Enzo Ferrari di Susa, due studenti hanno distribuito in classe volantini No Tav con pesanti illazioni sulle aziende che stanno lavorando al vicino cantiere dell’Alta Velocità, accusate di “mafiosità”. I volantini sono stati consegnati ai due ragazzi dalla loro insegnante di matematica, alla quale li avrebbe consegnati a sua volta un ex allievo della stessa insegnante (che quei volantini ha dichiarato di non averli nemmeno letti) durante un mercato.
L’accaduto è reso più delicato e complesso dal fatto che uno degli alunni della classe cui sono stati distribuiti i volantini è figlio del titolare di una delle due aziende apostrofate di pesante illegalità. Quando il ragazzo ha raccontato, pieno di vergogna, ai genitori l’accaduto, il padre ha querelato la scuola, mentre il dirigente scolastico ha proposto una settimana di sospensione per i due studenti, e il consiglio di classe ha deliberato di commutare il provvedimento in una punizione più mite, anche se non la ha ancora resa nota.
Chiede invece la “testa” dell’insegnante il deputato del Pd Stefano Esposito, favorevole alla Tav e non nuovo a prese di posizione su iniziative contro la Torino-Lione maturate nel mondo della scuola. Il parlamentare ha così commentato: “Prendersela con i ragazzi è da vigliacchi: non si può fare pagare a loro la mancanza di serietà di un’insegnante che non ha neppure il coraggio di assumersi le proprie responsabilità ricorrendo a imbarazzanti giustificazioni. È il comportamento di un docente che ha abdicato ai doveri di correttezza inerenti al proprio ruolo educativo“.
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