Vogliamo discutere seriamente di come ridurre i costi?/3

E la deresponsabilizzazione di chi decide se e come un servizio va organizzato, ma poi non ne sostiene i costi, non riguarda solo l’edilizia scolastica.

Prendiamo il caso della competenza nell’istituire e chiudere scuole, che il decreto legislativo n. 112/1998, art. 139 ha assegnato a Comuni (scuole del primo ciclo) e Provincie (secondo ciclo). La maggior parte dei costi però, legati al personale docente e ausiliario impiegato, li sostiene lo Stato. Ecco quindi che per Comuni e Province è piuttosto indifferente dal punto di vista economico (ma non politico) chiudere scuole sottodimensionate, magari in centro città o a 3 km da un altro istituto (chi ci segue sa che non parliamo di quelle isolate, in montagna o nelle piccole isole, che vanno mantenute quale che sia il costo). E questo anche se il costo per studente di quelle scuole risultasse molto superiore alla media. Tanto la maggior parte dell’onere è a carico di un altro bilancio (quello statale)… “Si può ritenere che le Amministrazioni comunali, al di là di rare eccezioni, preferiscano – a volte anche per motivi meramente campanilistici – mantenere lo stato esistente, (…) considerato che l’onere prevalente di gestione anche delle piccole scuole è quello del personale, tutto dipendente statale” (da “Dossier risparmi e qualità, Tuttoscuola, 2008).

Moltiplichiamo i risparmi che si potrebbero fare su un singolo edificio per gli oltre 45 mila edifici scolastici, e quelli per il corretto dimensionamento di un plesso scolastico per migliaia di casi (5 anni fa i plessi con meno di 50 alunni erano 10 mila). Mettendo mano a queste distorsioni si potrebbe rendere enormemente più efficiente la spesa complessiva per l’istruzione, non con i tagli lineari che da anni vengono proposti da chi evidentemente non ha compreso (o voluto comprendere?) fino in fondo i meccanismi di funzionamento e quindi di spesa di un sistema elefantiaco. Un sistema malato di burocrazia e squilibrato da una ripartizione di poteri e responsabilità pensata, e soprattutto messa in pratica, forse prima per assicurare poltrone e potere che per garantire l’efficacia e l’efficienza del servizio.