Violenza a scuola: insegnanti ancora vittime
Ritorna – anzi, purtroppo, non si è mai interrotta – la violenza verso gli insegnanti da parte di genitori decisi a vendicare l’onore (si fa per dire) di figli offesi dal rimprovero doveroso dell’insegnante per i loro comportamenti non ortodossi.
Secondo quanto riferito dall’ANSA, gli episodi di violenza evidenziano un dato comune: poco educato il figlio, violento il padre, come dire talis pater, talis filius.
Per questi casi un po’ disperati (di cui riportiamo gli estremi riferiti dall’agenzia) si può parlare di potenziamento del patto di corresponsabilità educativa, sempre auspicabile, ma non si può non pensare pure ad un’applicazione rigorosa, senza indulgenza, delle norme che puniscono le violenze con l’aggravante di essere perpetrate contro pubblico ufficiale.
Non vogliamo fare nostro il motto di Mao e ripreso dalle Brigate Rosse “Colpirne uno per educarne cento”, ma indubbiamente se i mass media daranno la stessa rilevanza pubblica alla condanna dei violenti (se e quando ci sarà) come è stata data agli episodi di aggressione, forse potrebbe esserci un deterrente in più per frenare altre violenze contro i docenti.
Questi gli episodi riferiti dall’ANSA.
Scuola ancora teatro di violenza con tre aggressioni, a due docenti e uno studente minorenne, registrate in Sicilia, Puglia e Piemonte.
A Gela, in provincia di Caltanissetta, un 37enne è evaso dagli arresti domiciliari per picchiare un professore di suo figlio ‘colpevole’ di averlo rimproverato in classe perché disturbava.
Il ragazzo aveva contestato il suo insegnante perché gli aveva messo una nota sul registro per il suo comportamento, pretendendone invece l’immediato annullamento. Il docente, dopo aver rimproverato e ricondotto al proprio posto lo studente, ha ripreso regolarmente le lezioni. Sembrava fosse tutto finito lì.
Ma dopo qualche ora nell’istituto si è presentato il nonno dello studente, avvisato dell’accaduto probabilmente dal nipote, che chiedeva di parlare con il professore. Mentre l’insegnante dava spiegazioni sull’accaduto è stato colpito alle spalle con un pugno all’occhio destro dal padre del ragazzo. L’uomo, che è stato identificato, è stato poi arrestato dalla polizia del locale commissariato per evasione dagli arresti domiciliari e condotto nel carcere di Gela.
A Foggia il papà di un’alunna ha schiaffeggiato il vicepreside di una scuola media perché aveva rimproverato sua figlia. L’aggressione è avvenuta davanti agli altri insegnanti che hanno chiamato la polizia. Quando gli agenti sono arrivati, però, l’uomo era già fuggito ma è stato rintracciato a casa e
denunciato per percosse. Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, il vicepreside ha rimproverato l’alunna perché durante l’orario scolastico non era in aula. Il padre della ragazza, un venditore ambulante con precedenti, appena ha saputo che sua figlia era stata rimproverata si è presentato a scuola affrontando il vicepreside, strattonandolo e colpendolo con due schiaffi sul viso.
C’è invece una discussione per gusti musicali dietro l’aggressione alla succursale di un istituto tecnico di Avigliana, comune alle porte di Torino, dove un 18enne, che frequenta la sede centrale, è entrato in una classe con una mazza da hockey e si è scagliato contro un 15enne che la sera prima l’avrebbe deriso alla fermata del pullman per la sua passione per il rap. A difendere la vittima sono intervenuti alcuni compagni, tra i 14 e i 15 anni, tre dei quali sono rimasti lievemente feriti e medicati sul posto. I carabinieri hanno denunciato il 18enne per percosse e porto di strumenti atti ad offendere. Storie di ordinaria follia scolastica.
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