Viale Trastevere: Aprea all’attacco, Moratti media

Da qualche tempo si ha l’impressione che tra il “tecnico” ministro Moratti e il “politico” sottosegretario Valentina Aprea, già responsabile scuola di Forza Italia, si sia istituito un rapporto complesso, e non necessariamente concordato. Così, mentre il ministro si muove alla ricerca di un più ampio consenso da parte dei diversi soggetti sociali (sindacati, associazioni professionali, volontariato), istituzionali (Regioni, altri Ministeri) e politici (altri partiti della maggioranza) interessati ai processi riformatori, il sottosegretario – che ha peraltro ricevuto dal ministro una delega amplissima – sembra operare in una logica più centrata sull’iniziativa diretta e non concordata, sul gioco d’anticipo e d’attacco, anche a costo di suscitare dissensi e polemiche non solo con l’opposizione, ma anche tra le forze che sostengono la maggioranza di governo.
Esempi di questa duplice linea all’interno della politica scolastica del governo non mancano: dalle disposizioni contenute nella legge finanziaria (la posizione dura sostenuta dalla Aprea aveva finito per compattare i sindacati contro il governo) alla gestione delle proposte contenute nel rapporto Bertagna, sponsorizzato dalla Aprea. Il ministro Moratti si è trovato così a fronteggiare forti dissensi da parte di AN e del CCD su vari punti, dal taglio del liceo all’anticipo dell’età di iscrizione alla scuola dell’infanzia ed elementare.
Ultimo episodio è quello della cadenza biennale della scuola di base e delle (eventuali) bocciature, annunciata dalla Aprea venerdì scorso. La proposta sta suscitando perplessità di vario tipo: l’attuale scuola elementare italiana, che ha praticamente eliminato le bocciature, è anche quella che regge meglio i confronti internazionali, mentre la scuola media – che da noi è più selettiva di quella di altri Paesi – ottiene risultati comparativamente peggiori.