Verso il governo/1. L’Unione alla prova del dopo Moratti

Se il programma elettorale dell’Unione sarà rispettato, come Romano Prodi assicura, la riforma Moratti subirà una serie di modifiche più o meno profonde, ma non sarà abrogata.
Partendo da questo presupposto il numero di maggio di “Tuttoscuola” fa il punto sulle misure che il costituendo governo di centro-sinistra si accinge presumibilmente ad assumere. Ecco una sintesi dei punti principali.
1) Da zero a 6 anni: gli obiettivi enunciati nel programma dell’Unione appaiono in buona parte compatibili con la legge n.53/2003, salvo che per l’abolizione della norma sugli anticipi. Vista la consistente fruizione di questa facoltà da parte delle famiglie, potrebbe essere individuata una formula meno drastica, almeno per quanto riguarda l’iscrizione alla scuola primaria, anche per evitare la ricomparsa delle “primine”.
2) Primo ciclo: il modello 5+3 resta confermato, così come l’obiettivo di diffondere gli istituti comprensivi. Probabili modifiche alle “Indicazioni nazionali” con orari meno flessibili (ma già la Moratti si era mossa in questo senso riportando l’orario di base obbligatorio a 29 ore settimanali). I programmi (OSA) potrebbero essere rivisti in sede di emanazione dei decreti definitivi (quelli attuali sono provvisori). Tempo pieno rafforzato, ma era aumentato, sia pure con una struttura diversa, anche nel quinquennio Moratti.
3) Secondo ciclo: sospensione del decreto legislativo 226/2005, e successiva soppressione, nel quadro di un nuovo provvedimento legislativo riguardante la scuola secondaria superiore oppure, se la via legislativa risultasse impercorribile, riorganizzazione parallela e convergente del biennio iniziale dei licei e dei percorsi di istruzione e formazione, d’intesa con le Regioni. Parziale conferma dell’articolazione in licei, con una più netta distinzione tra licei generalisti e licei tecnici (o “vocazionali”), e rilancio della filiera tecnico-professionale a livello secondario e terziario. Il nodo ancora da chiarire resta quello dell’obbligo scolastico.
4) Esame finale (maturità): ripristino della commissione nella forma indicata dalla legge 425/1997 (metà e metà con presidente esterno). Probabile mantenimento delle prove nazionali INVALSI, con modifiche.
Insomma niente abrogazione, ma modifiche rilevanti. Da parte sua il leader dell’opposizione Silvio Berlusconi dichiara, riferendosi in primo luogo alla riforma della scuola: “la CDL ha in Senato i numeri necessari per non far passare nessuna voglia distruttrice della sinistra contro il nostro lavoro e le riforme da noi introdotte“.