Valutazione scuole e docenti: modesta proposta per una grande questione

A volte le cose nate con le migliori intenzioni possono non raggiungere lo scopo per cui sono attivate. Come si rischia nel caso dei progetti sperimentali “per la valutazione delle scuole” e “per premiare gli insegnanti che si distinguono per un generale apprezzamento professionale all’interno della scuola”, che dovrebbero essere attivati in quest’anno scolastico. Il primo progetto nelle province di Pisa, Siracusa e Cagliari, il secondo a Torino, Napoli e Milano.

L’annuncio dei progetti, con il quale si promettono alle ”scuole migliori” un finanziamento supplementare di 70mila euro ed ai “professori più meritevoli” una quattordicesima mensilità, ha se non altro avuto il merito di aprire un largo dibattito sull’istituto della valutazione. Sono stati già molti gli interventi (Ribolzi, Cominelli, Ichino, Comensoli, Israel, Bachelet, Foschi, Pellegatta ed altri), le diverse posizioni, i dubbi e le proposte, che comunque si collocano in una cornice di concordia sulla necessità di una seria valutazione del sistema educativo.

L’argomento scotta ed è oggettivamente difficile trovare una soluzione convincente. Da un lato non pare possibile misurare, in qualità e quantità, in modo affidabile il lavoro di ciascun insegnante, dall’altro non si può trascurare che una fascia ristretta di insegnanti identificati e percepiti come i più bravi creerebbe difficoltà nella gestione della scuola: i “buoni docenti”  e le “scuole migliori” sarebbero sommersi dalle domande d’iscrizione. E quelli che non troveranno posto? Nessun genitore accetterebbe di affidare il figlio ad una scuola o ad un insegnante valutati negativamente. Come ha dichiarato a Tuttoscuola Giuseppe Desideri, presidente dell’associazione professionale dei maestri cattolici (AIMC), “anche se in linea di principio è lo sforzo individuale che andrebbe premiato, non può essere ignorato che nessun sistema di valutazione degli insegnanti e della scuola può essere avviato con successo se non vengono rifondate le basi del livello di professionalità dei docenti in servizio”.