Valutazione e lapsus freudiani. Basterà una nota per bocciare?

L’insufficienza (del comportamento) sarà attribuita dal collegio dei docenti per gravi violazioni dei doveri degli studenti definiti dallo Statuto delle studentesse e degli studenti“. Dal collegio, diceva il comunicato stampa del Ministero (subito ripreso dalle agenzie e dai telegiornali), non dal consiglio di classe.

L’errore, subito rilevato dal nostro sito www.tuttoscuola.com, è stato successivamente corretto, ma è indicativo di una preoccupazione che probabilmente deve aver attraversato le stanze di viale Trastevere: più che a un errore materiale, a un “lapsus calami”, si dovrebbe forse pensare a un lapsus di tipo freudiano, a un retropensiero che ha indotto a ritenere ragionevole il riferimento al collegio.

Dopo i 35.000 cinque in condotta rifilati dai consigli di classe alla fine del primo quadrimestre è possibile che sia stata presa in considerazione l’opportunità di affidare una sanzione così grave ad un organo sovraordinato rispetto al consiglio di classe, una specie di corte d’appello rispetto alla sentenza di primo grado, quella proposta dal consiglio di classe.

D’altra parte una logica di questo genere aveva caratterizzato per decenni (da Gentile a Berlinguer) l’erogazione delle sanzioni più gravi, come l'”espulsione da tutte le scuole del Regno“, affidate appunto al collegio dei docenti. Anche lo “Statuto delle studentesse e degli studenti” di Berlinguer, pur avendo ridotto la portata delle sanzioni (massimo 15 giorni di sospensione) ne aveva affidato la decisione “a un organo collegiale”, senza specificarne il livello, che doveva essere individuato dal Regolamento delle singole istituzioni scolastiche. E le modifiche introdotte da Fioroni allo Statuto prevedevano che le sanzioni e i provvedimenti “che comportano allontanamento dalla comunità scolastica superiore a quindici giorni e quelle che implicano l’esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del corso di studi” fossero adottate dal consiglio di istituto, non dal consiglio di classe.

Ora basterà, come è stato detto, una nota sul registro o la sospensione per un giorno per legittimare il consiglio di classe ad irrogare il cinque in condotta e la conseguente bocciatura? E’ auspicabile che i Regolamenti delle istituzioni scolastiche affrontino la materia cum grano salis, come saggiamente suggeriva Plinio il Vecchio in tempi non sospetti…