Valutazione dei dirigenti scolastici/2. Il cambio di paradigma

Al di là dei ritardi e dei rinvii l’affidamento della materia all’INVALSI, peraltro commissariato e in grandi difficoltà operative, ha segnato il progressivo, rapido cambio di paradigma della valutazione dei dirigenti scolastici.

Nel giro di due anni, in sostanziale continuità tra Fioroni-Padoa Schioppa e Gelmini-Tremonti, l’accento si è spostato dalla valutazione della prestazione del dirigente in quanto leader educativo, garante dell’autonomia della scuola a lui affidata, alla valutazione della sua azione in quanto manager a tutto campo, responsabile dell’impiego efficace/efficiente delle risorse umane e finanziarie assegnate alla scuola da lui guidata. Terminale locale di una rete nazionale di soggetti chiamati a gestire gli effetti delle politiche stabilite dal governo a livello centrale.

Lungo questa linea l’oggetto privilegiato della valutazione cessa di essere il (grado di) conseguimento degli obiettivi fissati a livello locale, contenuti – e magari negoziati – nell’incarico conferito al d.s. dal direttore generale dell’USR (modello SIVADIS), ma diventa per esempio la “compiuta e puntuale realizzazione” del “processo di razionalizzazione” di cui all’art. 64 del decreto legge n. 112/2008, che comprende una lunga serie di innovazioni ordinamentali, organizzative e didattiche con rilevanti effetti sulla spesa delle singole scuole.

Non a caso, il citato art. 64 dispone che “il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, verificato e valutato sulla base delle vigenti disposizioni anche contrattuali, comporta l’applicazione delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale previste dalla predetta normativa“. Frase che, al tempo di Brunetta, non appare propriamente rassicurante.

L’INVALSI, guidato finalmente a titolo definitivo dall’economista Piero Cipollone (ex Bankitalia), designato dal precedente governo e confermato dall’attuale, non può che muoversi nel contesto di questo ridefinito paradigma della valutazione del dirigente scolastico.