Valutazione: contrordine, al Sud si impara di meno

Ha destato una certa impressione la puntigliosità con la quale il nuovo INVALSI – che, in attesa della riorganizzazione, continua ad essere commissariato – ha smentito i risultati delle rilevazioni effettuate dal vecchio INVALSI, durante il quinquennio morattiano, sui livelli di apprendimento degli studenti italiani.
Diversi e anzi opposti, in particolare, sono i dati relativi alla scuola primaria: “secondo la rilevazione del 2005-2006 i ragazzi del Sud avrebbero livelli di apprendimento superiori a quelli del nord nell’ordine di oltre il 10 per cento“, si legge in una nota del ministro Fioroni (www.pubblica.istruzione.it), “in palese contrasto con la percezione collettiva e con le risultanze delle indagini internazionali PIRLS e TIMSS” (curate peraltro, per l’Italia, da ricercatori dello stesso INVALSI).
La nuova indagine, fatta su campioni di scuole e con rilevatori esterni (anziché sull’universo delle scuole e con i loro insegnanti in funzione di rilevatori), ha rovesciato i risultati: per la seconda primaria i ragazzi del Nord hanno in Italiano un punteggio superiore del 2,8 per cento rispetto a quelli del Sud, per Matematica e Scienze i livelli sono sostanzialmente analoghi. In quarta elementare il vantaggio degli studenti del Nord aumenta al 5 per cento in Italiano, e si ha una sostanziale uniformità per Matematica e Scienze. Questi risultati, nota Fioroni, sono più credibili, anche perché più allineati con quelli delle ricerche PIRLS e TIMSS.
Sostanziali conferme tra vecchi e nuovi dati si hanno, invece, per la scuola secondaria inferiore e superiore, ma “il divario sembra essere meno marcato di quello che ci indicano le indagini internazionali e in particolare PISA“.
Infine il ministro Fioroni ha annunciato che, sia pure a regime, la valutazione sarà “censuaria” (come anche nella valutazione targata Moratti-Elias), cioè non a campione ma per tutti gli allievi e tutte le scuole.