
Valditara: estendere all’Europa il divieto di smartphone a scuola. Ma nella super-istruita Estonia si fa il contrario

Lunedì 12 maggio, come preannunciato già da tempo e confermato nei giorni scorsi in un’intervista a Radio Rai 1, il ministro dell’istruzione e del Merito italiano, Giuseppe Valditara, sottopone alla Commissione europea la sua proposta di raccomandazione finalizzata a vietare l’uso dei telefoni cellulari nelle scuole “almeno fino ai 14 anni” (e in prospettiva anche oltre) in tutte le scuole dell’UE.
Le raccomandazioni della Commissione (come i pareri), se adottate, non sono comunque vincolanti per gli Stati, che decideranno autonomamente se applicarle e come. Ma l’argomento è tra i più discussi in molti Stati comunitari, alcuni dei quali hanno già preso provvedimenti (tra questi Francia, Finlandia, Svezia, Olanda) o si apprestano a farlo, come la Polonia, che ha annunciato il suo sostegno alla proposta di Valditara.
Il dibattito si è intensificato in tutto il mondo, come Tuttoscuola ha tempestivamente segnalato, dopo la pubblicazione negli USA del noto saggio di Jonathan Haidt The Anxious Generation (febbraio 2024), ma anche altri studi e indagini, come quelle dell’OCSE, e numerose ricerche empiriche, hanno confermato che c’è una correlazione tra eccessivo ricorso al cellulare (esclusi i tablet) in classe e risultati scolastici negativi, soprattutto nelle materie scientifiche. Da qui l’orientamento del ministro Valditara.
Se in Italia si va verso il divieto dell’uso dello smartphone nel primo ciclo, in altri paesi come l’Estonia, ai vertici nelle classifiche sui livelli di apprendimento, la pensano diversamente. Secondo la ministra dell’istruzione Kristina Kallas, intervistata da Eva Ciuk per il Tgr Rai Friuli Venezia Giulia nell’ambito di un bel servizio sul sistema di istruzione estone, “un Ministro non può interferire nel lavoro di un insegnante, né imporre o vietare un cellulare. Gli insegnanti sono professionisti, sanno scegliere il metodo più adeguato, perché sono loro a conoscere i ragazzi. Io come ministro non ho le competenze per fare questo”. Gli insegnanti peraltro sono supportati da un esperto dell’uso delle tecnologie nell’educazione. Certo, in Estonia il 100 per cento dell’amministrazione pubblica è online, la figura del docente è molto rispettata, con una retribuzione competitiva con quella di altri professionisti qualificati, e la formazione continua è sostenuta e incentivata, inclusa quella sull’uso delle nuove tecnologie in ambito didattico, ovviamente. Insomma, un altro mondo.
Sul tema del divieto, peraltro, si registrano anche in Italia opinioni diverse se non decisamente contrarie o molto problematiche, come quella di Daniela Di Donato, nota esperta di educazione digitale, a cui giudizio “Rendere l’uso delle tecnologie digitali un’attività clandestina, segreta, lontana da ogni spazio di dialogo e condivisione è la strategia migliore per avere la certezza che ogni adolescente del pianeta farà a gara per avere uno smartphone in mano e lo userà senza consapevolezza” (cliccare qui per leggere un approfondimento sul tema).
Comunque, sempre nel corso della citata intervista, Valditara ha anche accennato alla possibilità che il divieto venga successivamente esteso anche alle scuole superiori. Su questo punto, il Ministro ha parlato di un “dibattito aperto”.
Per approfondimenti:
– Stop agli smartphone a scuola fino a 16 anni. Uno studio USA: ‘Fanno male’
– Smartphone, guerra di liberazione. In Europa movimenti e iniziative per vietarlo a scuola
– Rafforza le competenze digitali per insegnare, in linea con il framework europeo DigCompEDU e ottieni la nuova certificazione riconosciuta a livello internazionale. Non perdere le videolezioni di Laura Biancato, Daniela Di Donato e Antonio Fini, che ti preparano all’esame per ottenere la certificazione
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