‘Imparare ad imparare’: 5 strategie per insegnare ai tuoi alunni come fare

“Dai un pesce a un uomo e lo sfamerai per un giorno. Insegna a un uomo a pescare e lo sfamerai per tutta la vita.”

Probabilmente, tutti noi conosciamo questo proverbio cinese. Il suo significato è chiaro: è fondamentale insegnare e apprendere competenze che permettano l’autosufficienza a lungo termine, invece di fornire soluzioni temporanee. La capacità di “imparare a imparare” è una competenza chiave riconosciuta ampiamente per il successo personale e professionale in un mondo in rapida evoluzione. Questa abilità, spesso definita come metacognizione, implica la consapevolezza e la regolazione dei propri processi di apprendimento. Permette agli individui di adattarsi e applicare nuove conoscenze e competenze in vari contesti, migliorando la loro efficienza nell’apprendimento e la capacità di affrontare sfide complesse.

Uno studio pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Sciences” (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/feduc.2022.950553/full) ha evidenziato come gli studenti apprendano di più quando sono coinvolti in strategie di apprendimento attivo, nonostante possano sentirsi più a loro agio con le lezioni tradizionali. Questo studio sottolinea l’importanza di incoraggiare gli studenti a partecipare attivamente al processo di apprendimento, poiché questo metodo si è dimostrato più efficace nel migliorare l’apprendimento reale, nonostante le percezioni degli studenti possano suggerire il contrario.

È chiaro che, da docenti, questa è una delle soft skills più importanti che dobbiamo insegnare agli studenti, ma raramente veniamo formati per farlo. Soprattutto, di solito non veniamo istruiti su come sviluppare la nostra metacognizione: risulta pertanto difficile trasferire ad altri una competenza che non abbiamo.

La metacognizione è, tuttavia, uno dei pilastri fondamentali del metodo di studio messo a punto da “Genio Net”: in questo articolo, ci soffermeremo sull’autovalutazione, il passo più importante per sviluppare la skill citata, fornendo esempi concreti ed esercizi pratici.

Prima, durante e dopo le lezioni, è importante riflettere sulle proprie metodologie didattiche e sull’efficacia del proprio insegnamento. Chiediti quali strategie funzionano meglio con determinati studenti o argomenti e come puoi migliorare le tue abilità di insegnamento.

Ecco alcuni suggerimenti pratici ed esempi concreti:

1. Diario di riflessione

Tieni un diario di riflessione in cui annoti pensieri e riflessioni dopo ogni lezione. Questo può includere ciò che ha funzionato bene, ciò che potrebbe essere migliorato, come si sono sentiti gli studenti durante l’apprendimento, e le tue reazioni emotive. Basta anche un semplice memo vocale, così da evitare un’eccessiva dispersione di tempo e simultaneamente registrare le tue considerazioni e impressioni “a caldo”.

Esempio: dopo una lezione di matematica su equazioni lineari, un docente annota nel suo diario che gli studenti sembravano confusi dalla transizione tra concetti. Riflette su come rallentare e utilizzare più esempi pratici nella prossima lezione.

2. Auto-osservazione

Registra le tue lezioni (video o audio) e poi osservale per identificare punti di forza e aree di miglioramento. Concentrati su aspetti come la chiarezza delle spiegazioni, l’interazione con gli studenti, e l’uso di materiali didattici.

Esempio: un insegnante di storia guarda una registrazione della propria lezione sull’antica Roma e nota che ha trascorso troppo tempo su dettagli minori, lasciando poco spazio per la discussione. Decide di bilanciare meglio i contenuti nelle future lezioni.

3. Analisi dei risultati degli studenti

Esamina i risultati degli studenti per identificare schemi o tendenze. Ciò ti può aiutare a comprendere quali metodi di insegnamento sono più efficaci e quali concetti gli studenti trovano difficili.

Esempio: analizzando i risultati di un recente test di scienze, un insegnante nota che la maggior parte degli studenti ha sbagliato le domande sull’energia rinnovabile. Decide di rivedere questo argomento con metodi didattici diversi.

4. Confronto con i colleghi

Oltre alla richiesta informale di un feedback, proponi ai colleghi un appuntamento regolare per riflettere su alcune criticità emerse nella docenza e condividere spunti e riflessioni.

Esempio: due insegnanti di musica osservano reciprocamente le loro classi e discutono l’uso di tecnologie digitali nell’insegnamento. Dopo l’osservazione, condividono feedback e decidono di collaborare per creare lezioni più interattive.

5. Mind mapping delle lezioni

Crea mappe mentali che riassumano le lezioni, evidenziando i collegamenti tra i concetti chiave: così facendo, puoi visualizzare la struttura delle lezioni e a riflettere sull’organizzazione dei contenuti.

Esempio: preparando una lezione sul ciclo dell’acqua, un insegnante di scienze crea una mappa mentale che colleghi precipitazioni, evaporazione, e raccolta. Dopo la lezione, usa la mappa per valutare la copertura dei concetti chiave e pianifica di integrare attività pratiche per rinforzare i collegamenti tra i concetti.

Abbiamo scelto esempi volutamente semplici non per banalizzare l’autovalutazione, ma per mostrare concretamente come la competenza così decisiva di cui costituisce il primo passo, ossia la metacognizione, l’imparare a imparare, sia qualcosa che spesso facciamo spontaneamente, a volte senza renderci conto della sua importanza. Altre volte, anche se non ci viene naturale (ad esempio, se ci registriamo), allenare questa abilità è più sostenibile del previsto, tenendo conto del carico di lavoro quotidiano che dobbiamo comunque gestire.

Il vantaggio maggiore, tuttavia, resta la presa di coscienza delle implicazioni che ha il nostro impegno: stiamo insegnando ai nostri studenti, decine di ragazzi, come sviluppare capacità che fanno di loro individui più sicuri e autonomi nell’affrontare le sfide e i cambiamenti, capaci di “pescare” da soli, se vogliamo. E questo, specialmente nel mondo di oggi, così complesso e mutevole, non ha prezzo.

Chi è l’autore dell’articolo

Genio Net
Genio Net è una rete di imprese e coordina il lavoro delle società che diffondono il metodo Genio in 21 giorni nelle 29 sedi in Italia e 15 all’estero, che hanno scelto di adottare il metodo di apprendimento efficace “Genio in 21 Giorni”, grazie al quale sono erogati quasi 550 corsi all’anno.
La missione di tutto lo Staff è far rinnamorare le persone dello studio permettendogli di raggiungere i risultati cui aspirano nel campo dell’apprendimento e dell’acquisizione di nuove conoscenze, anche nel mondo del lavoro.
Il metodo “Genio in 21 Giorni” ha aiutato 42.000 studenti a risolvere questo tipo di problemi, ed è approdato con successo anche in Svizzera, Spagna, Inghilterra e Stati Uniti.

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