Vaccini, Grillo: ‘Autocertificazioni già usate per tutto il 2017’. La preoccupazione dei pediatri: ‘Troppi rischi’

L’Associazione Nazionale Presidi ha parlato chiaro: le famiglie che non presenteranno il certificato di avvenuta vaccinazione dei figli rilasciato dalla Asl, non vedranno i loro bambini frequentare la scuola. Una presa di posizione forte contro il sistema delle autocertificazioni quella dei presidi. Una posizione che però la ministra della Salute, Giulia Grillo, sembra non comprendere: «Lo strumento dell’autocertificazione è stato usato per tutto il 2017 — sottolinea l’ex capogruppo 5 stelle alla Camera — Lo useremo anche per il 2018 perché Lorenzin non ha istituito l’Anagrafe vaccinale nazionale e non volevamo caricare il cittadino di un onere ulteriore costringendolo a fornire tutta la documentazione». Da Twitter la replica dell’ex ministra Lorenzin: «Qualcuno spieghi al ministro Giulia Grillo che l’autocertificazione prevista dalla legge è norma transitoria in attesa della data perentoria in cui presentare le certificazioni. La sua proroga serve solo ad attendere la norma Paola Taverna per eliminare obbligo. #iovaccino».

L’ex ministra Lorenzin non sbaglia: in parole povere, l’autocertificazione prevista dalla legge sull’obbligo dei vaccini per la frequenza a scuola è ben diversa dalla soluzione attualmente annunciata. La prima, infatti, autocertifica che i vaccini sono in corso. Entro poi un certo termine fissato, le famiglie devono comunque portare alle scuole il certificato delle Asl che attesta le avvenute vaccinazioni. L’autocertificazione di cui invece parla la ministra Grillo permette alle famiglie di certificare autonomamente l’avvenuta vaccinazione. Un sistema questo che, secondo quanto riportato da Tuttoscuola in un recente servizio, non è possibile attuare. Da un’analisi del quadro normativo risulta infatti che l’autocertificazione è espressamente esclusa per i certificati sanitari da una legge del 2000. Di conseguenza  non è possibile autocertificare la condizione di salute e non può essere una semplice nota ministeriale a modificare la normativa di settore.

I presidi non sono comunque i soli a essere preoccupati dal sistema delle autocertificazioni. Anche i pediatri oggi hanno reso pubblica la loro posizione: «Il cosiddetto snellimento delle pratiche burocratiche allenta le maglie del controllo ed aumenta il rischio che un numero crescente di bambini accedano alla comunità scolastica senza le necessarie protezioni nei confronti di malattie che possono sconvolgere la loro vita e quella delle loro famiglie», afferma il Collegio dei professori ordinari di pediatria. «L’autocerificazione — dicono ancora — non è utilizzabile in ambito sanitario, se non a seguito di espressa previsione legislativa». E sui «no-vax» aggiungono: «Non hanno mai visto giungere al pronto soccorso pediatrico un bambino non vaccinato in coma per encefalite da morbillo, o un lattante in apnea per pertosse, o un neonato con compromissione neurologica, cieco e sordo a causa della rosolia contratta dalla madre in gravidanza».