Università/2. Opposizione sui tetti e ministro su Youtube

Ha fatto impressione perché, come si dice, ha ‘bucato’ lo schermo di tutte le TV, l’immagine del segretario del Pd Pierluigi Bersani che arrampicandosi su una malferma scaletta a pioli sale sul tetto di un edificio romano della facoltà di Architettura per esprimere la sua solidarietà a un gruppo di ricercatori lì arroccatosi per protestare contro la riforma Gelmini dell’università.

La stessa idea l’hanno avuta – ma Bersani li ha bruciati sul tempo – Antonio di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, e Nicky Vendola, presidente di Sel (Socialismo Ecologia e Libertà). E perfino quattro parlamentari del Fli, malgrado l’annuncio dato dal loro leader Fini (venuto, per la verità, dopo la scalata dei quattro) del voto favorevole dei ‘futuristi’ alla riforma.

Questa improvvisa passione per la scalata di edifici e monumenti storici (studenti e ricercatori si sono arrampicati a loro volta su Colosseo, Mole Antonelliana, San Marco ecc.) obbedisce evidentemente alle ferree regole della ‘visibilità’ mediatica, alle quale ha peraltro reso omaggio anche il ministro Gelmini, che ha scelto il seguitissimo sito internet Youtube per comunicare direttamente con gli studenti, a sostegno della riforma che reca il suo nome.

A fare notizia però non sono state le cose dette sui tetti o su Youtube, ma le immagini in sé: quelle dello scalatore Bersani e della internettista Gelmini, a conferma della profezia del teorico dei new media Marshall McLuhan: nella moderna comunicazione il mezzo (TV, Internet) prevale sul messaggio, sui contenuti.

Ma siccome poi nella realtà effettuale si affermeranno i contenuti, proviamo a individuare alcuni di quelli che potrebbero davvero cambiare l’università italiana, e in quale direzione.