Università/1. Si volta pagina. Forse

Sarebbe stato abbastanza singolare anche per un Paese come il nostro, abituato a disinvolte operazioni di ingegneria legislativa (dai maxiemendamenti con centinaia di commi ai decreti ‘milleproroghe’), che una riforma epocale – questa volta l’aggettivo non è sovrabbondante – come sarebbe (stata) l’abolizione del valore legale della laurea fosse affidata a un provvedimento d’urgenza come il decreto legge sulle semplificazioni, insieme ai certificati via web, ai panifici aperti anche di domenica e alla carta di identità che scadrà nel giorno del compleanno.

E infatti il Consiglio dei ministri, del quale fanno parte illustri cattedratici come il presidente Mario Monti, il ministro del welfare Elsa Fornero e lo stesso titolare del Miur Francesco Profumo, dopo aver discusso animatamente per ore ha deciso di rinviare ogni decisione a dopo che saranno stati acquisiti i risultati di una ampia consultazione pubblica, che si svolgerà nei prossimi mesi in forme ancora da precisare.

Del resto il problema di come restituire credibilità e valore reale (oltre che legale, formale) ai titoli di studio che vengono rilasciati dalle università italiane, il cui rating internazionale è purtroppo assai basso anche nel caso dei nostri atenei più prestigiosi, esiste, ed è giusto porlo e tentare di risolverlo. Considerandolo un priorità, ma possibilmente non con un decreto legge omnibus.