Università: è la volta buona?

Secondo Francesco Giavazzi, autorevole firma “economica” del Corriere della Sera, ma anche professore universitario di lungo corso ed esperienza, la riforma dell’università è di fatto “insabbiata” perché, dopo la partenza fulminea nel novembre 2008 (un decreto legge fece addirittura saltare migliaia di concorsi) ci volle un anno per arrivare alla definizione di un disegno di legge di riforma, varato nel dicembre 2009 dal Consiglio dei ministri, e in ulteriori sei mesi di tempo non si è arrivati neppure all’approvazione del testo da parte del Senato.

Improbabile, secondo Giavazzi, che la legge possa completare il suo iter prima del 2011, e bisognerà vedere come ci arriverà, con quali ulteriori mediazioni ispirate dai difensori dello status quo.

L’articolo di Giavazzi, con tutti i suoi interrogativi, è uscito sabato scorso, ma nel pomeriggio dello stesso giorno il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, a margine della presentazione della Fondazione ‘Liberamente’ svoltasi a Moniga del Garda (Bs), vicino a casa sua,  è sembrata quasi volergli rispondere.  “Io penso che si riesca ad approvare la riforma entro l’estate“, ha detto, “è stato completato l’esame della commissione in Senato e a breve inizierà il passaggio in Parlamento. L’iter procede, non c’è alcuno stop“. Secondo il ministro la riforma è “indispensabile per la qualità dell’università e l’obiettivo è di intervenire sulla governance degli atenei e quindi sulla distribuzione delle risorse, così come sul ricambio generazionale e sui sistemi di valutazione e di reclutamento“.

Parole rassicuranti, ma poi Gelmini ha aggiunto di augurarsi che il Parlamento “possa migliorare e non annacquare” la riforma. E a Giavazzi (e ai sostenitori delle novità che compaiono nell’attuale testo del disegno di legge) devono essere tornati molti dubbi…