Università, la riforma slitta

Il ddl sul mondo universitario subisce un rallentamento. La conferenza dei capigruppo della Camera ha infatti stabilito che il testo approderà a Montecitorio il 14 ottobre per la discussione generale, ma sarà votata solo al termine della sessione di bilancio.

La collocazione del provvedimento in calendario è stata frutto di una difficile mediazione del presidente Gianfranco Fini. Il Pdl chiedeva di iniziare l’esame del ddl già la prossima settimana e per caldeggiare questa ipotesi si è presentata alla capigruppo anche il ministro Mariastella Gelmini cui però non è stato consentito di partecipare visto che già era presente il titolare dei Rapporti con il parlamento Elio Vito.

Dall’altra parte, invece, l’opposizione chiedeva più tempo. “Non è possibile soffocare così il dibattito visto che il testo è stato nell’altro ramo del Parlamento 7 mesi“, ha sottolineato il capogruppo del Pd Dario Franceschini.

E’ toccato a Fini trovare la soluzione sulla base dell’andamento dei lavori e, scontentando tutti, fissare l’inizio della discussione il 14. “La commissione non ha ancora concluso l’esame e dunque la mia è una decisione obbligata“, ha spiegato il presidente della Camera.

Il rinvio al 14 ottobre della discussione del ddl di riforma dell’università ha lasciato “rammaricata” il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che però ha detto di “rispettare qualunque scelta farà il Parlamento“.

Il governo – ha spiegato il ministro – più che proporre un testo di riforma e trovare le risorse altro non può fare. Per mesi mi sono sentita dire che non si possono fare le riforme senza risorse, che non si fanno le nozze coi fichi secchi. Oggi abbiamo la riforma e le risorse. Questo pare non bastare. Ha determinato comunque un rinvio dei lavori“.