Università, la Flc-Cgil lancia l’allarme per il precariato

In una lettera alla Gelmini, si dice che con la riforma sono a rischio molti contratti

Con l’applicazione della riforma dell’università “si stanno verificando molteplici problemi di armonizzazione” e “le contraddizioni, purtroppo, pesano in particolare sulle spalle dei lavoratori più deboli e non tutelati: i precari della ricerca e della didattica“. È quanto scrive in una lettera al ministro Mariastella Gelmini il segretario della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo.

Ci riferiamo, in particolare – spiega – alla normativa su assegni e collaborazioni ad attività di ricerca che, lungi dal configurarsi come il superamento della giungla di contratti precari che attanagliano le nostre Università e i nostri Enti di Ricerca, si sta trasformando in un licenziamento di massa. Oggi negli Atenei e negli Enti Pubblici di Ricerca interessati dalla nuova disciplina degli assegni si paga la totale mancanza di gestione della fase transitoria che si aggiunge alle conseguenze dei tagli e del sostanziale blocco delle assunzioni contenuti nelle ultime leggi finanziarie“.

Alcune amministrazioni hanno interrotto le procedure per l’erogazione degli assegni di ricerca, nonché per i contratti e le borse di ricerca e ritengono di non poter procedere a proroghe o rinnovi contrattuali su risorse già disponibili e riferite a singoli progetti di ricerca. Altre hanno trovato soluzioni interpretative che tentano di salvare il salvabile. “Tutto ciò non è accettabile: è urgentissimo che il ministero si faccia carico della gestione di questa complessa fase adottando tutte le soluzioni utili a consentire la prosecuzione delle attività di ricerca in essere e dei contratti di lavoro“.