Unicobas-Fioroni: è guerra aperta

Così parla Unicobas in una lettera aperta all’indomani delle dichiarazioni del ministro in tema di scuola e Finanziaria

Fioroni non si rende conto della gravità delle sue "esternazioni". Ciò di cui parla ("Nulla di vero, nessun taglio, ma solo razionalizzazioni"), scopre le vere intenzioni del Governo sulla scuola. Eccole. 1) Fioroni ammette candidamente che i 14 mila docenti di inglese, indispensabili per coprire le cattedre scoperte alle elementari, sono destinati a rimanere precari a vita o che, quantomeno, quei posti non verranno mai dati ad assunzioni. Nella scuola primaria, la lingua straniera è una materia o un optional? Che garanzie avranno le famiglie sul consolidarsi di tale insegnamento se, come dice Fioroni, non può essere "considerato come ampliamento dell’organico permanente"?

2) Fioroni sa che la vicenda umana dei 10 mila docenti "inidonei" (che curano le biblioteche) non può essere risolta inserendoli "nei posti vacanti della pubblica amministrazione" senza spostarli in un diverso comparto del pubblico impiego, cioè senza realizzare uno spreco di professionalità ed un’offesa alla loro dignità? Era precisamente quanto disponeva la Moratti, che però alla fine bloccò il piano. Senza di loro, peraltro, chiuderanno laboratori e biblioteche.

3) La riduzione da 40 a 34 ore del tempo scuola negli Istituti Professionali Statali è più o meno quello che disponeva la riforma Moratti. Una cosa che non è possibile realizzare senza un pesante taglio di circa 20 mila cattedre, peraltro con l’abbattimento di importanti materie curricolari. Manderanno anche questi docenti di troppo nel calderone del pubblico impiego?

4) L’aumento del rapporto alunni-classe non viene negato ed è cosa che era e resta inaccettabile per una scuola di qualità. Cosa aggravata dal fatto di essere aumento generalizzato senza alcuna attenzione alle realtà particolari ed ai singoli ordini di scuola (materne, elementari, medie e licei sono già pieni fino all’orlo, con classi di più di 30 alunni, anche in presenza di discenti diversamente abili).

5) Infine, l’aumento dell’obbligo a 16 anni e le "classi primavera" non possono certo compensare il taglio di 50 mila cattedre.