Una settimana a digiuno per il diritto di assemblea

Davanti al Ministero della Pubblica Istruzione staziona da una settimana un camper che ospita alcuni cobas della scuola digiunatori per diritto di assemblea.
Come ha spiegato il loro leader, Bernocchi, la settimana scorsa, davanti ad uno sparuto gruppetto di fedelissimi, gli incontri con il ministro Fioroni, definito “un pinco pallino venuto da Viterbo” e con la viceministro diessina Bastico per spiegare le ragioni della loro richiesta (vogliamo anche noi il diritto di assemblea nelle scuole) non hanno dato esiti positivi.
“I Cobas pongono un problema che ho già sollevato con la Funzione Pubblica a cui spetta, a norma di legge, valutazione e approfondimenti”, ha detto Fioroni, che ha ricordato di aver già inviato a luglio una lettera appunto alla Funzione Pubblica sul tema.
Ma secondo i Cobas dalle promesse che sarebbero state fatte non sono emersi fatti concreti. Per ora. Da qui il digiuno per ottenere il diritto di organizzare assemblee sindacali in orario di servizio all’interno della scuola.
Il diritto di assemblea c’è, ma le assemblee in orario scolastico sono riservate soltanto ai sindacati rappresentativi (cioè a quelli che tra iscritti e voti nelle Rsu ottengono nella media nazionale almeno il 5%). E, come si sa, gli insegnanti, come tutti gli altri lavoratori, partecipano solamente alle assemblee che si svolgono in orario di servizio.
Da anni i Cobas cercano di modificare questa norma che ritengono discriminante nei loro confronti; anni fa arrivarono fino alla Corte di Strasburgo ma il loro ricorso venne rigettato per incompetenza.
Tra qualche settimana nelle scuole inizieranno le assemblee in vista delle elezioni di dicembre delle RSU. E i Cobas della scuola giocano il tutto per tutto, fino al digiuno.