Un nuovo autunno caldo per la scuola?/3. La Flc-Cgil non si esprime

Chi non si è finora espresso sulla degenerazione delle manifestazioni dello scorso venerdì 8 ottobre in atti di violenza è la Flc-Cgil.

Il segretario del sindacato, Domenico Pantaleo, si sofferma solo sullo sciopero della sua organizzazione, sottolineando “la massiccia adesione alla prima ora di sciopero proclamato dalla Flc-Cgil in concomitanza della giornata di mobilitazione di studenti, di precari e di ricercatori” (ma secondo il Ministero dell’istruzione l’adesione è stata assai bassa: il 5,5%) e annuncia la continuazione di questo tipo di azione, “capace di durare nel tempo, di allargare le adesioni senza pesare molto in termini di perdita salariale”, fino a Natale, coinvolgendo scuole, atenei, conservatori, accademie e istituti pubblici di ricerca.

Non dice invece nulla sugli episodi di violenza registratisi in varie località. E annuncia che “la manifestazione promossa dalla Fiom il 16 Ottobre sarà l’occasione per affermare un nesso inscindibile tra diritti nel lavoro, saperi e libertà. Per queste ragioni saremo in piazza con gli operai metalmeccanici”.

Forse una chiara presa di distanza da chi attraverso le lotte sociali e sindacali cerca di risollevare bandiere e bandierine di carattere più o meno ‘rivoluzionario’ sarebbe un messaggio autorevole e capace di far presa su tanti, provenendo da un sindacato come la Cgil che tra le figure simbolo del suo passato annovera anche quella dell’operaio metalmeccanico Guido Rossa, assassinato dalle Brigate rosse proprio per essersi opposto alla violenza dei sedicenti ‘rivoluzionari’. Che va guardata con sospetto in ogni epoca e biasimata sempre.