Un minuto di silenzio nelle scuole per le vittime di Parigi

Il ministro Giannini ha invitato le scuole, le università, le istituzioni dell’Alta formazione artistica e musicale a dedicare, nella giornata di lunedì, un minuto di silenzio alle vittime della strage parigina e almeno un’ora alla riflessione sui fatti accaduti”.

Non chiudiamoci nella paura – ha scritto su face book il ministro. Occorre aiutare i ragazzi a rifiutare qualsiasi tentazione xenofoba.

“I gravissimi fatti di Parigi rappresentano un attacco al cuore dell’Europa senza precedenti. Un attacco al quale dobbiamo subito dare una riposta, innanzitutto educativa e culturale. #PorteOuverte, Porta Aperta, è stata la parola d’ordine lanciata sui social network dai cittadini di Parigi subito dopo gli attacchi terroristici, per offrire un riparo a chi era in strada terrorizzato. Una reazione di grande civiltà e coraggio.

Ringraziando ragazzi e insegnanti per l’impegno e la testimonianza, la Giannini ha aggiunto “Non possiamo restare indifferenti, paralizzati e chiuderci nelle nostre paure.

Porte Aperte significa anche coinvolgere la cittadinanza, le famiglie. Le nostre scuole, le nostre università, i nostri centri di ricerca sono il primo luogo dove l’orrore può essere sconfitto, a diversi livelli di consapevolezza, che resta l’antidoto più efficace di fronte alla violenza e a questa guerra senza frontiere e senza eserciti.

I nostri ragazzi – ha proseguito il ministro – hanno il diritto di sapere, di conoscere la storia, di capire da dove nasce ciò che stiamo vivendo in queste ore. Il nostro patrimonio di valori può essere difeso solo se le nuove generazioni sono aiutate a uscire dall’indifferenza.

Non possiamo cambiare ‘canale’ davanti a queste immagini di morte. Dobbiamo parlarne con i nostri studenti e aiutarli a capire che c’è e ci potrà sempre essere un principio di ricostruzione della nostra identità in cui credere e riconoscersi.

E dobbiamo aiutarli a rifiutare, oggi più che mai, qualsiasi tentazione xenofoba o razzista. L’educazione è il primo spazio in cui riaffermare i nostri valori, le nostre radici, quindi la nostra libertà”.