Ucraina. Perché si deve cercare la pace

Intervenendo al Forum economico mondale di Davos l’ex segretario di Stato americano dei tempi di Nixon (e dell’apertura degli USA alla Cina), il quasi centenario Henry Kissinger, nato del 1923 in Germania, ha provato a spiegare alle élites mondiali ivi riunite che senza un compromesso (e dunque senza un passo indietro di Zelenski dalla sua pur legittima difesa della integrità territoriale del suo Paese) la guerra continuerà a distruggere l’Ucraina e probabilmente ad ampliarsi coinvolgendo il resto del mondo.

Anche altri grandi vecchi esprimono analoghe preoccupazioni, da Noam Chomsky, classe 1928 (“Magari può essere gratificante costringere l’orso in un angolo e lasciarlo sbraitare in preda alla disperazione. Ma non sarebbe granché saggio”) a Martin Walser e Jürgen Habermas in Germania, contrari al rapido e cospicuo riarmo di quel Paese, ancora memore della immane devastazione del suo territorio provocata dal bellicismo hitleriano.

Preoccupazioni giustificate o angosce senili di pur eminenti intellettuali, tutti con una storia di battaglie liberali e progressiste? Certo, l’anagrafe conta, perché tutti i citati personaggi (e anche chi scrive) hanno vissuto e visto con i propri occhi il sangue e le macerie della seconda guerra mondiale, e sanno quale sarebbe l’esito catastrofico di una nuova guerra, che diventerebbe inevitabilmente anche nucleare, visti gli arsenali dei principali contendenti, gli USA e la Russia.

Venendo alla scuola: che cosa dobbiamo insegnare ai giovani europei, quelli dell’Europa liberal-democratica, che è giusto sostenere l’Ucraina di Zelenski fino alla cacciata degli invasori da tutti i territori ucraini, compresa magari anche la Crimea, oltre al Donbass? Anche a costo di una guerra nucleare? O non sarebbe meglio, nell’auspicio di una rapida sospensione dei combattimenti, aggiornare la didattica della storia, di-mostrando agli studenti – anche con l’ausilio delle attuali tecniche multimediali – di quante guerre, giuste e ingiuste, di sopraffazione e di rivincita, quasi sempre dense di atrocità di ogni tipo, è intrisa la storia del genere umano?

La Russia sostiene di aver promosso quella che chiama una “operazione militare speciale” contro l’Ucraina per ragioni di sicurezza, per evitare l’espansione della NATO ai suoi confini più sensibili (Ucraina e Georgia). Finlandia e Svezia chiedono ora di aderire alla NATO per analoghe ragioni di sicurezza. È proprio impensabile che la tregua delle armi in Ucraina sia accompagnata da una Conferenza internazionale sulla sicurezza tra l’Ovest euro-atlantico e l’Est euro-asiatico?

E per concludere va ricordato l’ammonimento di un altro grande vecchio, Papa Francesco (85 anni): “Di fronte al pericolo di autodistruggersi, l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia”. Parole sante anche per un laico.

(O.N.)

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