TuttoscuolaNEWS compie 6 anni/3. Le contraddizioni della Destra di governo

La coalizione di centro-destra uscita vincitrice dalle elezioni del 2001 aveva riassunto il suo programma di politica scolastica nel famoso slogan berlusconiano delle “tre i“: inglese, internet e impresa. Un programma di modernizzazione che avrebbe potuto essere realizzato, a ben vedere, anche operando sul sistema scolastico vigente, oppure emendando la riforma Berlinguer (legge n. 30/2000) nel suo aspetto più discusso e discutibile, il taglio di un anno alla scuola di base, e nella insufficiente attenzione rivolta all’area tecnica e tecnologica all’interno della dichiarata licealizzazione di tutta l’istruzione secondaria.
E invece, dopo una iniziale esitazione, il centro-destra ha imboccato una strada diversa, quella della contrapposizione frontale alla riforma Berlinguer, abrogata insieme all’aumento di un anno dell’obbligo scolastico (legge n. 9/1999). Anziché puntare sulla modernizzazione dei contenuti e degli obiettivi, valorizzando l’autonomia delle scuole, il centro-destra ha scelto di giocare le sue carte sul cambiamento del contenitore, degli ordinamenti, imbarcandosi nella partita del “doppio canale di pari dignità“. Una partita giocata male nel momento in cui si è deciso di mantenere la quinquennalità dei percorsi liceali, e di licealizzare l’istruzione tecnica, anziché farne il cardine del “sistema di istruzione e formazione“.
Con l’invenzione dei “licei vocazionali“, inoltre, il secondo ciclo della riforma Moratti ha finito per assomigliare sempre di più a quello prefigurato dalla proposta Berlinguer (licealizzazione generalizzata, ma salvaguardando la specificità dell’area tecnica e tecnologica, erede dell’istruzione tecnica e professionale), tanto che qualcuno si è spinto a parlare di riforma “Berlinguatti“. Insomma, una riforma (anzi “sriforma“, come l’ha chiamata il suo ispiratore, Giuseppe Bertagna, poi “stoppato” dalla burocrazia centrale) alla fine velleitaria, pasticciata, costruita su un’ipotesi (i due “sistemi” di pari dignità) contraddetta dalle decisioni operative, e fortemente condizionata dalle dinamiche interne alla coalizione: non è un segreto che sul ripristino della quinquennalità dei licei e sull’operazione “licei vocazionali” (una specie di ossimoro curricolare) il ruolo di AN sia stato decisivo.