Tutor: tanto rumore per nulla/2

Ma cosa ha determinato questo cambiamento di clima, e quali novità ha introdotto la nuova bozza di accordo proposta dall’Aran? La “virata” è stata determinata dalla decisione del ministro Moratti di ricondurre la figura del tutor nella funzione docente, riconoscendo in sostanza che già ne faceva parte; di disapplicare l’art. 7, comma 6, del d.lgs n.59/2004, confermando gli orari di servizio disciplinati dal comma 5, art. 26 del contratto nazionale; di garantire con cadenza annuale la mobilità del personale docente, con conseguente disapplicazione dell’art. 3, comma 3 e dell’art. 11, comma 7 del d.lgs n.59/2004; di garantire una specifica formazione in servizio a tutti i docenti e non solo per quelli che fanno i tutor, di istituire una commissione di studio tra Aran, Miur e OO.SS per individuare gli eventuali nuovi e diversi profili professionali necessari per avviare la sperimentazione degli anticipi.
Sembra insomma che il ministro abbia optato per una strategia ben diversa da quella attuata all’avvio dell’anno scolastico.
Probabilmente, anche se con ritardo, ci si è resi conto della mancanza di una politica di attenzione nei confronti di tutto il personale della scuola, tanto necessario quando le difficoltà gestionali si sommano all’assenza di un intervento organico di largo respiro capace di accompagnare in tempi distesi la graduale acquisizione degli aspetti più significativi della riforma.