Treellle: più autonomia e più valutazione
‘”Stato, regioni, enti locali e scuola: chi deve fare cosa?” era il titolo di un seminario promosso a Roma lo scorso 30 novembre dalla associazione Treellle, in collaborazione con la Fondazione per la scuola della Compagnia San Paolo, ma il tema più dibattuto è stato ancora una volta quello del rapporto centro-periferia, e più esattamente tra un sistema di scuole dotate di autonomia effettiva, più ampia di quella di cui attualmente dispongono, e un centro dotato di strumenti, più efficaci di quelli attualmente disponibili, che gli consentano un vero governo strategico del sistema.
Nessun timore per il decentramento dunque, ha sostenuto Attilio Oliva, presidente esecutivo di Treellle: anzi, occorre andare più avanti nella stessa direzione, come hanno fatto molti Paesi che ottengono risultati migliori del nostro (il caso esemplare in Europa è quello della Finlandia, con i suoi curricoli leggeri e flessibili, e l’autonomia budgetaria delle scuole), ma a condizione che il Paese disponga di affidabili sistemi di valutazione sia del rendimento degli alunni sia del sistema scolastico.
Su questo tema è intervenuto anche Thomas J. Alexander, che è stato a lungo il massimo responsabile dell’OCSE per il settore dell’educazione. Egli ha tenuto a sottolineare che quasi ovunque i governi centrali hanno riservato a se stessi il compito di definire gli obiettivi di massima dei sistemi educativi e di controllarne i risultati, ma che nel medesimo tempo è stata data alle scuole la possibilità di scegliere autonomamente i metodi didattici, i libri di testo, i criteri per formare le classi, i metodi per la valutazione didattica, e anche una parte dei contenuti.
In Italia l’autonomia delle scuole ha fatto qualche modesto passo avanti – questa è sembrata la conclusione del seminario – ma manca una vera strategia di ridefinizione dei compiti del centro.
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