Togliere la gratuità totale dei testi della elementare?

I libri di testo della scuola elementare sono da quasi mezzo secolo totalmente gratuiti.

Nelle altre scuole dell’obbligo, dalla ex-scuola media al biennio delle superiori, vengono assegnati buoni scuola sulla base delle condizioni economiche della famiglia dello studente.

I fondi per questi contributi sono da anni fermi allo stesso importo, così come sono fermi i livelli di reddito familiare per accedervi. Diminuisce così il numero dei beneficiari, mentre aumenta il prezzo dei libri di testo.

Occorrono nuovi e cospicui finanziamenti per mantenere decentemente il diritto allo studio per molti ragazzi.
Cosa fare?

Se ne è discusso nel corso del convegno romano “libri scolastici: esperienze a confronto”, organizzato dalla Regione Lazio per presentare un progetto sul comodato d’uso dei libri di testo.

L’assesore regionale Silvia Costa, oltre ad evidenziare la situazione critica italiana rispetto allo standard europeo (i nostri testi scolastici vengono cambiati con più frequenza; hanno un maggior numero di pagine, ecc.) e rilevare l’alto onere dei Comuni che, soprattutto nella scuola elementare, devono integrare gli insufficienti contributi statali per la gratuità dei libri, ha avanzato la proposta, condivisa da tutti gli amministratori presenti, di rivedere le norme sulla totale gratuità dei testi della scuola elementare.

La modifica proposta – che non è nuova nel dibattito sui costi dei libri – consisterebbe nel legare la gratuità al reddito familiare.

In tal modo, oltre ad un atto di equità sociale potrebbero essere recuperati fondi per aumentare la consistenza dei buoni scuola per gli studenti della secondaria gravati da costi più elevati dei testi.