Test Invalsi, è guerra di cifre

Test Invalsi per le seconde classi degli istituti superiori il giorno dopo. Come era facilmente prevedibile, è già guerra di comunicati e di cifre sull’adesione.

I Cobas parlano di successo del boicottaggio delle prove con una adesione del 20% da parte dei professori che non hanno somministrato i test per la rilevazione degli apprendimenti. Una percentuale che avrebbe raggiunto il 30% in alcuni istituti dove alla protesta degli insegnanti si è aggiunta quella degli studenti che hanno consegnato i formulari in bianco.

Il Miur è intervenuto sulla questione con un proprio comunicato in cui sostiene che “su un campione di 2.300 classi, solo 3 non hanno svolto il test Invalsi. Quindi la percentuale di classi che non hanno eseguito il test è pari allo 0,13%. È logico quindi ritenere che, su tutto il territorio nazionale, la percentuale delle classi dove il test non è stato svolto sia dello 0,13%”.

Le 2.300 classi di cui parla il Ministero rappresentano circa il 10% delle classi coinvolte nei test. Ritenere che il campione assicuri quello 0,13% di astensione in modo generalizzato su tutte le seconde classi ci sembra statisticamente un po’ azzardato.

C’è un dato, comunque, che sta stravolgendo il senso del test: la forte politicizzazione che sta assumendo per l’uso strumentale che ne viene fatto contro il ministro. E c’è da parte del ministero l’imprudenza di fornire dati di adesione sulla partecipazione (non toccava all’Invalsi, caso mai?) come risposta “politica” alla contestazione, dando l’impressione, tra l’altro, che l’Invalsi non sia un soggetto esterno, bensì una appendice del ministero, con la conseguenza di minarne l’immagine e la credibilità.  

È comprensibile, quindi, che l’opposizione, attraverso il capogruppo Pd in Commissione Istruzione Antonio Rusconi, chieda sulla materia un serio confronto con il ministro Gelmini.

In proposito Rusconi aggiunge: “Sono almeno due mesi che tutti capigruppo, compresi i suoi, della Commissione Istruzione del Senato, le hanno chiesto di venire in Parlamento e di relazionare rispetto ai temi più importanti, come quello dei test Invalsi, anziché di rilasciare le sue impressioni e sensazioni solo alla stampa.”