Tempo scuola: il generale Kleber e i conti di Tuttoscuola

Nel numero di gennaio del mensile “Scuola e Didattica” compare un articolo bellicoso (forse è per questo che è firmato Kleber, noto generale napoleonico) dedicato alla stampa italiana, colpevole di aver diffuso notizie non controllate, o addirittura inventate, sulle proposte del gruppo di lavoro guidato da Giuseppe Bertagna. Dopo aver tirato le orecchie ai principali quotidiani italiani, con qualche ragione, Kleber attacca anche “una disinvolta newsletter informatica”, responsabile di aver diffuso la notizia che la riduzione dell’orario obbligatorio di lezione a 25 ore settimanali per 12 anni (contro i 13 attuali) avrebbe comportato una drastica caduta del tempo scuola da 12.700 a 9.900 ore.
Chissà che il generale non si riferisca a noi, visto che la prima testata a denunciare la riduzione dell’orario obbligatorio (ricordiamolo anche a beneficio di Kleber, obbligatorio) è stata “TuttoscuolaNEWS”.
Se è così l’attacco di Kleber questa volta va a vuoto, perché egli stesso riconosce che i calcoli di Tuttoscuola sono giusti (anzi, cogliamo l’occasione per dire che caso mai peccano per difetto): dove sbaglia, allora, il generale armato di penna?
Semplice, non è corretto aggiungere alle ore obbligatorie quelle facoltative (“da zero a 300”, scrive Kleber), che sono sì obbligatorie per la scuola, ma – appunto – facoltative per gli allievi, e quindi per definizione imprevedibili, al limite della extracurricolarità. È chiaro che se qualche altro giornale ha parlato di riduzione dell’orario “tout court”, senza distinguere tra orario obbligatorio e facoltativo, ha sbagliato. Ma è altrettanto chiaro che Kleber e chiunque altro debbano indirizzare le critiche a chi quelle cose le ha scritte.
Ma a questo punto, per evitare sterili polemiche, non ci resta che attendere i decreti legislativi di attuazione della riforma e verificare cosa verrà deciso sugli orari obbligatori di lezione e su quelli facoltativi di laboratorio, perché non è detto che la proposta Bertagna delle 25 ore settimanali curricolari e delle 300 annuali dei laboratori trovi accoglienza, soprattutto dalla parti del ministro Tremonti.
In ogni caso, qualcuno spieghi al generale di andarsi a leggere le fonti, prima di emettere le proprie sentenze.