Tempo pieno/1. Con la Moratti è aumentato

Due anni e mezzo fa nelle piazze italiane sfilavano cortei multicolori di bambini e mamme con palloncini e cartelli in mano per chiedere di salvare il tempo pieno, mentre il premier Berlusconi in tv con il ministro Moratti cercava di rassicurare il mondo della scuola elementare che, nonostante la riforma, il servizio di tempo pieno sarebbe stato assicurato. E, anzi, invitava a presentare domanda di iscrizione, garantendo posti a tempo pieno per tutti. Il decreto legislativo 59/2004, emanato di lì a poco, prevedeva inoltre in modo esplicito che i posti di docente di tempo pieno sarebbero stati confermati anche per gli anni successivi. In effetti, confermando una tendenza allora già in atto, le iscrizioni al tempo pieno sono aumentate ulteriormente, al punto che nell’anno scolastico in corso hanno raggiunto la cifra record di quasi 635 mila alunni iscritti, pari quasi al 25% del totale degli alunni di scuola primaria ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_236-2.doc ). Se si confrontano i dati di iscritti al tempo pieno nell’ultimo quinquennio, a fronte di una variazione minima di popolazione scolastica della scuola primaria statale che è aumentata solamente di 11.282 unità (pari allo 0,45%), vi è stata una flessione di domande di iscritti al tempo normale di quasi 50 mila unità (decremento del 2,5%) con l’aumento finale complessivo di oltre 61 mila nuovi iscritti al tempo pieno (incremento del 10,7%). Nel 2001-2002 il 22,62% di iscritti alla scuola primaria sceglieva il tempo pieno; l’anno dopo la percentuale raggiungeva il 23,6%, per passare poi al 24,3% e così via fino a raggiungere quest’anno la quota di un alunno a tempo pieno ogni quattro.