Tempo pieno, la leggenda metropolitana continua

Quando una leggenda metropolitana passa di bocca in bocca con un tam tam incontrollato, non c’è comunicato che tenga, non c’è precisazione ufficiale che regga: la verità della leggenda vince su tutto, comunque.
Anche il tempo pieno è caduto nella rete della leggenda metropolitana. Il tam tam parla di tempo pieno completamente cancellato (in realtà è cambiato, ma esiste ancora), di mense a pagamento, di attività pomeridiane soppresse o anch’esse a carico del borsellino delle famiglie: 5 euro a pomeriggio ha solennemente annunciato l’ultimo tam tam.
Il ministro Moratti ha un bel da dichiarare in commissione cultura alla Camera che l’assistenza alla mensa continuerà ad essere a carico delle scuole (e degli insegnanti) senza oneri per le famiglie, che cambia la formula ma è sempre garantito il tempo scuola.
Neanche il discusso commento allo schema di decreto legislativo sul primo ciclo di istruzione pubblicato sul sito del MIUR, in cui si precisa che mensa e attività pomeridiane restano come prima, è stato preso sul serio.
Eppure la precisazione equivale ad una sorta di interpretazione autentica, dato che lo stesso ministero ne è l’estensore. Ma la leggenda metropolitana è dura a morire. Anzi, con l’aiuto di qualcuno, continua più arzilla che mai.