Tempo pieno in Lombardia: chi dice che diminuisce, chi che aumenta

Il quotidiano “La Repubblica” riporta questa mattina la notizia secondo la quale a Milano “la carenza di maestri elementari ha costretto il provveditorato a cancellare 138 prime classi di tempo pieno fra città e provincia, trasformate in tempo “normale”, con i ragazzini a scuola fino a mezzogiorno“. Secondo il giornale, la situazione di grave sottodimensionamento degli organici si estenderebbe all’intera regione: “In Lombardia gli insegnanti che mancano per formare le classi sono 2.233, da rimpiazzare se possibile con insegnanti precari“.

Questo fatto, che punirebbe Milano più di ogni altra città italiana, e che nell’articolo viene confermato dal provveditore Giuliana Pupazzoni e dal direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio, sarebbe dovuto al fatto che nelle tabelle ministeriali non si terrebbe conto che in Lombardia, dove la popolazione scolastica cresce, si registra una carenza di organico, mentre in alcune altre zone di Italia, specialmente del Mezzogiorno, la popolazione scolastica diminuisce, lasciando insegnanti in esubero, che non vengono trasferiti e per i quali si ha il problema di trovar loro da fare.

Usiamo il condizionale per la notizia, perché un comunicato del Ministero dell’Istruzione è stato diffuso nel giro di poche ore, per smentire la notizia: “Quanto affermato oggi da alcuni organi di stampa su presunti tagli al tempo pieno in Lombardia è completamente falso e teso solo ad alimentare una polemica inutile e strumentale“.

Il comunicato continua spiegando che “nella Regione, a partire dal prossimo anno scolastico saranno attivate 162 classi in più rispetto all’anno precedente e potrebbero verificarsi ulteriori incrementi. Negli ultimi due anni, grazie proprio all’introduzione del maestro unico e all’abolizione delle compresenze, in tutte le Regioni del paese si è registrato un aumento complessivo di circa 3.000 classi a tempo pieno“.