Telecamere a scuola: si accende il dibattito
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, ascoltata a Montecitorio dalle commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati, ha detto il suo sì alle telecamere nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, a patto che siano affiancate da altre misure. Tema dell’audizione, infatti, proprio le proposte di legge per prevenire e contrastare maltrattamenti e abusi, anche di natura psicologica, negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia. Tra i sostenitori delle proposta di introdurre le telecamere nelle scuole, Matteo Salvini, ministro dell’Interno e vice-premier, che alcuni mesi fa, nel corso di un’iniziativa elettorale a Terni, ha detto: “Da papà farò di tutto perché sia approvato il progetto di legge per avere telecamere negli asili, nelle scuole e nelle case di riposo”.
“Si tratta di episodi inaccettabili” ha detto Filomena Albano in riferimento agli abusi nelle scuole. “Anche un solo caso accertato è troppo”. Per la Garante l’installazione di telecamere può essere un valido strumento di prevenzione e di contrasto alla violenza. “Solo però – ha precisato– se affiancato ad altre misure, in particolare a sistemi di formazione iniziale e permanente del personale e a una sistematica raccolta di dati di tipo quantitativo e qualitativo che, dando la fotografia del fenomeno, consenta di porre in essere interventi di prevenzione”.
Antonello Soro, Garante della Privacy, ha invece espresso le sue perplessità sull’iniziativa: “Il testo proposto presenta indubbi miglioramenti rispetto a quelli originariamente presentati nella scorsa legislatura”, ha dichiarato Soro. Perché “l’installazione delle telecamere – ha aggiunto – da obbligatoria è stata resa facoltativa, subordinata al consenso degli ospiti nel caso delle strutture socio-sanitarie o socio-assistenziali; sono stati previsti la cifratura dei dati raccolti e il divieto di accesso agli stessi, superabile solo dagli organi inquirenti in sede di indagine; è stato aggiunto un riferimento alle sanzioni applicabili in caso di violazione delle prescrizioni a tutela della sicurezza dei dati”.
“Tuttavia – ha proseguito Soro -, l’ambito di operatività del trattamento resta alquanto ampio e poco omogeneo. La video-sorveglianza sarebbe, infatti, ammessa negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia, nonché nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e disabili, a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno”.
Sul tema si è esposto anche Giuseppe Richiedei dell’A.Ge, l’Associazione Italiana Genitori: “Tutti sappiamo di avere una scuola in grande difficoltà per la violenza e per la droga. Sappiamo che il controllo sociale è difficilissimo: non abbiamo possibilità di intervenire di fronte a un atto di violenza nei confronti di un bambino o di un insegnante. Propongo, come genitori, di farcene chiaro. Il vero problema è come usare lo strumento delle telecamere e propongo di giocare sulla trasparenze: l’informazione corretta e oggettiva è importante. È importante l’alleanza scuola-famiglia, segnalare il problema e solo dopo accendere la telecamere. A mio parere, poi, la visione dei filmati deve essere fatta, in prima battuta, da Dirigente, insegnanti e genitori in giunta esecutiva del Consiglio di Istituto. Poi questi decidono se far intervenire o meno le Forze dell’Ordine. Quindi – conclude Richiedei – installazione come strumento per la trasparenza che, solo su segnalazione, si accende”.
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