Telecamere a scuola, Turi (Uil Scuola): ‘Pensare a insegnanti sotto controllo crea più difficoltà che vantaggi’

“Contrari, in modo assoluto”. È questa la posizione Uil Scuola presentata nel corso dell’audizione a Commissioni, riunite Affari costituzionali (I) e lavoro pubblico e privato (XI).

“Che esempio di società intendiamo perseguire, quale modello diamo al futuro delle nuove generazioni – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi -. La videosorveglianza nei luoghi educativi equivale ad alzare muri che impediscono la circolazione delle emozioni che sono la premessa per una vera buona scuola. Fa pensare a luoghi di rieducazione, non di educazione, mentre la scuola che deve essere luogo di libertà e deve escludere ogni forma di condizionamento. Parlare di telecamere di controllo a scuola è proprio concettualmente sbagliato: pensare ad una insegnante che si sente costantemente ‘sotto controllo’ può creare più difficoltà che vantaggi. Il rapporto tra alunni e docenti piuttosto che educatori, sarebbe irrimediabilmente compromesso, venendo meno quel rapporto spontaneo, di scambio, che è il momento magico dell’insegnamento”.

“L’insegnamento da un lato – continua Turi -, l’apprendimento dall’altro, non possono prescindere dal contesto nel quale sono realizzati, sono comportamenti che rappresentano l’esempio da seguire. L’insegnante ha anche questo ruolo. Pensare di risolvere velocemente, con le macchine, per conseguire un pugno di consensi,significa non aver conto di un processo di continua trasformazione. che richiede, professionalità, esperienza, sensibilità, competenza, aggiornamento. Ogni forma di violenza e maltrattamento va combattuta ed eliminata, in qualsiasi contesto e in ogni sua forma. Soprattutto quando a farne le spese sono i soggetti più deboli, bambini, anziani e disabili. Il problema non lo si risolve però, con l’utilizzo massivo di sistemi di videosorveglianza ma piuttosto attraverso una adeguata opera di prevenzione, selezione e valorizzazione del personale, con l’intensificazione dei controlli”.

“La scuola è un luogo privilegiato di condivisione, cultura e libertà: non si tratta di privacy, né di sicurezza, né di ansie – conclude Turi –  si tratta di introdurre modelli che poco hanno a che vedere con una comunità che deve trovare con la partecipazione e la cultura ogni elemento che metta in sicurezza gli alunni”.