Alternanza Scuola Lavoro: polemica aperta Aprea-Bussetti

Improvvido atto” è l’espressione che l’on. Valentina Aprea ha utilizzato oggi in aula nella sua interrogazione a risposta immediata, rivolta al ministro Bussetti, per definire la decisione del Governo di rinviare di un anno l’inserimento della tematica dell’alternanza scuola-lavoro nel colloquio dell’esame di maturità. Come interpretare questa decisione, presa senza dare alcun preavviso alle scuole? La parlamentare di Forza Italia, che fino alle elezioni del 4 marzo era stata assessore all’istruzione e lavoro in Lombardia, proprio negli anni in cui Marco Bussetti dirigeva l’ambito (ex Provveditorato) di Milano, ha ricordato al suo interlocutore le buone pratiche di ASL realizzate in quella Regione, auspicando che lo slittamento di un anno serva a rafforzare e generalizzare le  buone esperienze, e non a innestare la retromarcia su una riforma di fondamentale importanza per raccordare il mondo dell’istruzione con quello del lavoro.

Nella sua risposta Marco Bussetti ha premesso di non considerare l’ASL come un “esperimento da archiviare”, ma ha insistito sulla necessità di verificarne l’impatto sui diversi percorsi di studio, con l’obiettivo di calibrarne meglio la durata, le modalità e il rapporto con le altre discipline curricolari.

Intollerabile”, per il ministro, è inoltre che ci siano esperienze di ASL di scadente qualità, a fronte di altre ben riuscite. Occorre a suo giudizio garantire una migliore qualità media, e fare in modo che l’ASL sia percepita dagli studenti come un’opportunità, e non come un obbligo.

La risposta del ministro non ha per nulla convinto Aprea, che si è dichiarata decisamente insoddisfatta: il rischio, ha detto, è che il ridimensionamento della alternanza scuola-lavoro nasconda l’intenzione di “portare indietro le lancette” della scuola italiana ripristinando la tradizionale gerarchizzazione tra i diversi ordini di studi, mentre tutti gli studi sulla scuola italiana e sul grave fenomeno della dispersione (a proposito della quale Aprea ha citato il recente dossier di Tuttoscuola) dimostrano che è proprio in un nuovo, più intenso e circolare rapporto tra studio e lavoro che va individuata la chiave per avvicinare e far dialogare il mondo della scuola con quello delle attività produttive. Non comprendere questo, ha affermato con forza Aprea rivolgendosi al ministro, sarebbe “oltremodo rischioso e controproducente”: “I giovani del terzo millennio meritano di più di un’aula scolastica per il pieno successo formativo”, ha concluso.