Suicidio preside, dirigenti scolastici scrivono a Bussetti: ‘Dare possibilità di distribuire lavoro e responsabilità’

La tragica scomparsa del collega Vittore Pecchini impone – al di là del doveroso rispetto per la vicenda personale – di affrontare e risolvere la grave criticità delle condizioni di lavoro dei dirigenti delle istituzioni scolastiche”. A sollevare ancora una volta il problema è l’ANP (Associazione Nazionale Presidi) in una lettera indirizzata al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, in merito al suicidio del preside Vittore Pecchini. Intanto in molti stanno firmando in queste ore una petizione per richiedere la valutazione di stress e l’individuazione delle responsabilità istituzionale dei soggetti sociali.

In queste strutture la complessità organizzativa ha raggiunto dimensioni non solo ingestibili, e quindi inefficaci, ma profondamente insane. Non è accettabile – scrive ANP a Bussetti che organizzazioni in cui lavorano più di 100 dipendenti, e spesso molti di più, siano prive di un adeguato sistema istituzionale di ruoli intermedi – il cosiddetto middle management – interposti tra il vertice e la base. Questo stato di cose genera nella figura dirigenziale una situazione di stress lavorativo perché le impone di gestire relazioni professionali, di per sé foriere di fisiologiche conflittualità, in quantità assolutamente sproporzionata“.

La situazione è ulteriormente aggravata dalla costante presenza di circa un migliaio di alunni e dalla necessità di interfacciarsi con i relativi genitori. Signor Ministro – conclude l’Associazione Nazionale Presidi -, è giunta l’ora di intraprendere con decisione la strada che l’ANP auspica da molti anni: si deve introdurre, per via contrattuale, il livello professionale dei quadri e si devono dotare le scuole di un adeguato organico di tali figure, per consentire ai dirigenti di distribuire i carichi di lavoro e le responsabilità in maniera fisiologica e sostenibile. Così facendo, oltre a garantire accettabili condizioni di lavoro per tutti, si renderà l’azione dirigenziale molto più efficace e davvero garante della qualità del servizio di istruzione e formazione. Le chiedo di farsi promotore, presso l’Esecutivo, della presente proposta. Le risorse economiche destinate alla scuola non sono spese ma investimenti“.

Intanto è stata lanciata sul web una petizione rivolta alla Procura della Repubblica di Venezia, al MIUR, alla città di Venezia, all’USR Veneto e agli organi di stampa, che solleva tanti dubbi in merito alla triste vicenda che ha visto il preside Pecchini protagonista. E che ora vuole far luce sulle responsabilità: “Impossibile dire quali siano stati i moti interiori, i turbamenti, le difficoltà, i dolori dell’anima che lo hanno portato al  tragico gesto. Impossibile dire per lui, come per chiunque altro abbia compiuto questo gesto estremo, tremendo; tuttavia del collega Vittore Pecchini qualcosa possiamo dire“.

Continua la petizione: “Nell’ultimo periodo ha dovuto affrontare incredibili difficoltà dovute a contestazioni rispetto alle sue scelte legittime di dirigente scolastico di due istituti per un totale di ben otto scuole, tutte caratterizzate da situazioni di notevole complessità,  e oltre 2800 allievi”. Tante le domande a cui i firmatari sperano di trovare una risposta: “Ci sono dei profili di responsabilità organizzativa e gestionale che hanno determinato una situazione di stress da lavoro correlato chiaramente insostenibile? E quali misure sono state adottate per rilevarlo, prevenirlo, attenuarlo e contrastarlo? Qual è stato il livello di stress per il sovraccarico di lavoro  a cui è stato sottoposto il collega? In quali e in quanti modi l’amministrazione centrale lo ha coadiuvato e lo ha aiutato in  particolare nelle ultime contestazioni che il collega ha dovuto fronteggiare?“. A oggi la petizione (che è possibile sottoscrivere al seguente link https://docs.google.com/document/d/1vDcYiq-yjrNA35XtGHzHbwouhxzLGQqsE_HcLi1HqeA/edit?ts=5cefaf8f) ha già raccolto oltre 400 firme.