Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Studenti immigrati, l’Ocse detta le linee di politica scolastica

Gli studenti immigrati in diversi paesi dell’Ocse mostrano un ritardo scolastico di oltre due anni rispetto ai loro coetanei autoctoni. Lo rivela uno studio dell’Ocse che esamina la situazione di 17 Paesi o territori nei quali si registra una grande presenza di immigrazione.

Affinché i giovani immigrati possano entrare senza troppe difficoltà nel mercato del lavoro, devono essere dotati di solide competenze di base e avere la capacità e la motivazione per continuare a studiare lungo il corso della loro vita.

In molti paesi più di un terzo ottiene performance inferiori al livello di attitudine di base. In altri paesi almeno il 20% degli alunni figli della seconda generazione d’immigrati ottiene punteggi inferiori persino a questo livello.

Ciò nonostante i piccoli immigrati mostrano, tuttavia, una voglia di apprendere a volte persino superiore, a quella dei loro compagni autoctoni e, in generale, un atteggiamento decisamente positivo nei confronti della scuola.

Secondo lo studio dell’Ocse, incide molto la politica scolastica in vigore. I Paesi nei quali si è riusciti a ridurre il gap di apprendimento tra studenti hanno in comune il fatto di essersi dotati di solidi programmi di sostegno per l’apprendimento della lingua in età prescolare e di aver definito con chiarezza obiettivi, norme e sistemi di valutazione. Una lezione anche per la scuola italiana.

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