Studente perde la vita durante formazione professionale. Bianchi: ‘Avviare percorsi che portino a maggiore sicurezza’

Dopo nemmeno un mese dalla morte del 18enne Lorenzo Parelli, colpito da una trave in fabbrica mentre stava svolgendo il suo stage, un altro giovanissimo, appena 16 anni, ha perso la vita a causa di un incidente stradale mentre era impegnato nella formazione professionale. Il mezzo sul quale era a bordo, il furgoncino della ditta presso cui stava svolgendo un corso di termoidraulica, è finito fuori strada contro un albero a Serra de’ Conti in provincia di Ancona in orario di lavoro. Il ragazzo, Giuseppe Lenoci, è morto sul colpo.

“Esprimo il mio più profondo dolore e vicinanza alla famiglia“. Così il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi dopo aver appreso la notizia della morte del giovane Giuseppe Lenoci. “La sicurezza sul lavoro deve essere sempre garantita, a maggior ragione quando sono coinvolti dei ragazzi in formazione. Su questo abbiamo già avviato un confronto con il Ministro del Lavoro Orlando e messo a ragionare i nostri tecnici. Credo sia urgente ritrovarci anche insieme alle Regioni per un percorso che porti a una maggiore sicurezza in tutti i percorsi di formazione dove sono previsti contatti dei nostri giovani con il mondo del lavoro“.

Un percorso che “deve coinvolgere anche le Regioni e le imprese come soggetti attivi del territorio. Ecco perché insistiamo sul Patto Educativo di Comunità“, ha aggiunto il ministro Bianchi nel corso di un’intervista a Mattino 5.

Avrebbe compiuto 17 anni a maggio Giuseppe Lenoci. Il corso di accompagnamento al lavoro che stava svolgendo prevedeva una parte di lezioni in aula e una parte pratica come stage presso un’azienda. Corsi organizzati da enti di formazione del territorio e finanziati dalla Regione Marche, si apprende da fonti dell’ente regione secondo quanto segnalato da Ansa.it.

L’incidente ha riaperto le polemiche sull’alternanza scuola lavoro, oggetto della mobilitazione studentesca delle ultime settimane seguita alla morte di Parelli. “Quello che sta succedendo in Italia è sotto gli occhi di tutti. Questa è la scuola che hanno voluto governi e padroni. Sappiamo cosa fare, nessuno ha più scuse – afferma in una nota il Fronte della Gioventù Comunista -. Il 18 febbraio gli studenti saranno in piazza in tutta Italia contro alternanza, maturità e repressione subita”, dichiara Lorenzo Lang, Segretario Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista.

Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti, ricorda anche “la lunga lista di morti sul lavoro causati da un sistema malato, volto solamente al profitto:vogliamo sicurezza dentro e fuori le scuole, vogliamo che l’alternanza scuola-lavoro e gli stage vadano aboliti a favore dell’istruzione integrata. Ci chiediamo quanti altri studenti e giovani debbano morire prima l’idea di un sistema unicamente volto al profitto e allo sfruttamento, cambi, una volta per tutte”, conclude Redolfi. “Non è possibile morire di lavoro a 16 anni, questo evidentemente ci deve far interrogare profondamente non solo sul rapporto fra scuola e lavoro, ma anche su quanto ci sia urgenza in questo paese di risolvere il problema della sicurezza sul lavoro”, dichiara la Rete degli Studenti.

Sul tema interviene anche il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che si chiede: “Che deve succedere perché si prenda atto che il sistema attuale non funziona? Il ministero ascolti gli studenti che si mobilitano e chiedono di fermare questo cortocircuito continuo tornando ad investire pienamente sulla Scuola”. E l’Usb torna a chiedere la fine “dell’alternanza scuola lavoro, della scuola azienda, e la revisione totale dei modelli della formazione professionale questa specie di serie B dell’ingresso nel mondo del lavoro riservata ai ragazzi che alle medie ricevono il bollino ‘scarso’, il 6 o giù di lì, e per questo vengono gettati nel calderone del lavoro non qualificato. Un calderone in cui sguazzano le aziende che piegano la formazione alle loro esigenze, con tutto quel che ne consegue per la sicurezza e la salute dei giovani”.

 

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