Stringere la cinghia? Neanche per idea!

Conferenza stampa venerdì a Roma dei sindacati della scuola sugli ipotetici tagli alla scuola. Levata di scudi assolutamente prevista.

“La scuola è già stata abbondantemente prosciugata, non è in grado di sopportare altri “tagli” in Finanziaria e se il Governo non darà, in tempi brevi, risposte concrete su investimenti, contratto e immissioni in ruolo dei precari, il settore è pronto a mobilitarsi e a dare battaglia”, hanno detto.

Alla vigilia dell’apertura dell’anno scolastico, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, in una conferenza stampa, hanno messo le carte in tavola.

La spesa pubblica per l’istruzione in Italia e del 4,6% del PIL contro una media OCSE del 5,1% e incide sul totale delle spese dello Stato per il 7,2% rispetto a una media OCSE dell’8,9%; gli stanziamenti per il funzionamento didattico e amministrativo degli istituti sono passati da 331,440 mln di € del 2001 ai 110,871 del 2006; i fondi per l’autonomia sono scesi anch’essi dai 258,885 mln di € del 2001 ai 191,986 del 2006. E la situazione non è migliore sul fronte delle retribuzioni dal momento che un insegnante della primaria a fine carriera ha in Italia una retribuzione espressa in dollari di 34.869 contro una media OCSE di 40.539; e più o meno lo stesso divario si riscontra nelle scuole superiori.

Quanto al precariato su circa 1 milione di persone che lavorano nella scuola (tra docenti e personale ATA) vivono nell’incertezza del lavoro quasi 210.000 dipendenti e nell’anno scolastico che sta per iniziare la cifra salirà a 225.747. Con una spesa per gli stipendi dei supplenti passata da 889 mln di € del 2004 a 565 nel 2006. Insomma, cifre che non consentono al settore di stringere ancora la cinghia.