Stop alle gite scolastiche, presidi amareggiati. D’Ambrosio: ‘Abbiamo perso tutto’. Ma il MI chiarisce: ‘DPCM non vieta attività didattiche fuori dalla scuola’

Qualcuno dirà che il divieto delle uscite didattiche è stato immaginato pensando alle città o alle scuole superiori. Mente! Non è stato pensato. Non c’è vision. Nessuna intenzionalità pedagogica. Nessuna cura ed amore per gli studenti“. Questo è il commento di Alfonso D’Ambrosio, Dirigente Scolastico dell’IC Lozzo Atestino di Vo‘, all‘ultimo DPCM che vieta, tra le altre cose, anche le gite scolastiche. “Vietare ai bambini delle scuole dell’infanzia di uscire dal cancello della scuola anche solo per fare una passeggiata nei prati circostanti – dice D’Ambrosio – o impedire agli alunni della primaria di recarsi nella biblioteca di quartiere appare davvero assurdo“. Proprio a seguito della delusione manifestata dai presidi è giunta oggi la nota ministeriale che fornisce chiarimenti proprio sulle uscite didattiche: “Le attività didattiche che si svolgono ordinariamente e non saltuariamente in ambienti diversi da quelli scolastici (ad esempio parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei) – precisa quindi il Ministero -, anche a seguito di specifici accordi quali i ‘Patti di comunità’, realizzati in collaborazione con gli Enti locali, le istituzioni pubbliche e private variamente operanti sui territori, le realtà del Terzo Settore, restano regolarmente consentite dopo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri firmato lo scorso 13 ottobre”.

Ricordiamo che lo scorso febbraio l’IC Lozzo Atestino di Vo‘ è stato tra le prime aree ad essere dichiarate zona rossa e, conseguentemente, ad aver affrontato la chiusura delle scuole. Un istituto che ha saputo trasformare la crisi in opportunità diventando il simbolo della ripartenza. Tutti ricordiamo quelle immagini che lo vedevano fare da sfondo a uomini in tuta bianca e tamponi in mano, quando la pandemia era solo all’inizio. Immagini che oggi troviamo completamente cambiate: quell’atrio che più volte abbiamo visto nei telegiornali è diventato ora uno spazio di coworking, gli ambienti scolastici sono flessibili, ospitano laboratori di robotica, monitor grandi su carrello, agorà con sedute morbide e piante per arredo.  E poi aule a cielo aperto, più funzionali e green. 

“L’IC Lozzo Atestino aveva già una forte progettualità integrata con tutti gli stakeholder del territorio – raccontava solo la scorsa estate il DS D’Ambrosio a Tuttoscuola – , ma da giugno abbiamo avviato un processo che va sotto il nome di Patto Territoriale, di fatto una lettera di intenti tra Scuola, Comuni, associazioni ed enti del terzo settore del nostro territorio. Da una parte, anche in vista del rientro, stiamo costruendo concertazioni per supportare gli studenti nelle fasi di entrata e uscita dalla scuola, dall’altra vogliamo avviare una idea nuova di educazione: gli studenti ed i docenti faranno lezioni nei luoghi simbolo dei nostri 3 Comuni. Immagini una lezione di archeologia o di storia in Villa Correr A Vo’ Vecchio, o di scienze nei parchi o nelle fattorie didattiche”.
 
Lezioni fuori dall’aula dunque, studenti che entrano in contatto con la realtà del loro territorio. Idee che avevano iniziato a prendere forma, ma che purtroppo, rischiavano di restare solo tali. “Abbiamo dovuto sospendere tutte le uscite didattiche – commenta amaramente D’Ambrosio sulla sua pagina Facebook -. In particolare abbiamo dovuto sospendere tutte le uscite sul territorio, dopo un Patto Territoriale durato mesi. Uscite all’aperto. Si trattava di uscite a qualche centinaio di metri sul territorio. Con i bambini sempre con le mascherine. Uscite dove i bambini imparavano a contatto con la natura e gli animali. Uscite a piedi anche sui colli. Tutto finito. Uscite che interessavano una sola classe per volta, con lo stesso docente (e credetemi fino a poche ore fa ero tentato a trovare tutte le giustificazioni pedagogiche, ma la norma è chiara. Si attua, ma in questo caso non la condivido per nulla). Cosa abbiamo perso? Abbiamo perso davvero tutto. Troppo. E con questo si chiude una pagina nerissima per la scuola e per chi opera al suo interno“.
 
Puntualissimo dunque il chiarimento arrivato dal Ministero:  la nota inviata proprio oggi, 14 ottobre, infatti “risponde ai quesiti giunti al Ministero in merito all’interpretazione e all’applicazione di alcune disposizioni contenute nel DPCM. L’articolo 1, comma 6, lettera s) del Decreto recita infatti: ‘sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, fatte salve le attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, nonché le attività di tirocinio di cui al decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 10 settembre 2010, n.249, da svolgersi nei casi in cui sia possibile garantire il rispetto delle prescrizioni sanitarie e di sicurezza vigenti’. Ma il DPCM non è riferito, spiega la nota ministeriale, alle ordinarie attività didattiche organizzate dalle scuole in spazi alternativi ubicati all’esterno degli edifici scolastici per prevenire e contenere la diffusione del contagio e favorire il distanziamento fisico in contesti di azione diversi da quelli usuali”.