Stipendi appiattiti in attesa del contratto europeo. Ecco quanto

Gli stipendi dei docenti? Appiattiti (verso il basso), quasi uguali per tutti – giovani o anziani, maestri o prof. Un quadro che un po’ provocatoriamente si potrebbe definire da “economia socialista”, quello delle progressioni stipendiali della carriera docente.
Alla vigilia di un accordo contrattuale frenato da contrasti imprevisti di natura normativa ed economica, e deluso dall’ormai certo mancato raggiungimento dei livelli retributivi europei, Tuttoscuola ha provato a fare un po’ di conti in tasca agli insegnanti italiani. Ecco cosa è emerso .

La carriera degli insegnanti, chiusa in se stessa senza sbocchi esterni verso altre carriere, procede solo per effetto dell’anzianità che però non riesce ad incidere più di tanto, anche a causa della misura unica “congelata” dell’indennità integrativa speciale (scala mobile degli statali).
Dopo 35 anni di carriera un docente raggiunge il massimo di sviluppo retributivo: una posizione che, al netto mensile, comporta un aumento di circa 1/3 rispetto allo stipendio iniziale. Infatti, se un docente di scuola media di prima nomina percepisce 1.087,26 euro netti al mese, il suo collega a fine carriera incassa 420,22 euro in più nella busta paga (+38,7%).

Se i confronti si fanno invece tra docenti di pari anzianità e di diverso settore, si scopre che un prof di scuola media con venti anni di carriera percepisce netti 104 euro in più al mese di un maestro di scuola elementare o materna di uguale anzianità. Può consolarsi con il fatto che il collega di un istituto superiore, sempre con 20 di carriera, incassa solamente 32 euro netti al mese più di lui.
Se infine si confrontano gli estremi (maestro di prima nomina e prof di istituto superiore a fine carriera) si può rilevare che, incassando circa 555 euro netti al mese in più, l’anziano prof mette in tasca mezzo stipendio in più di quello del giovane collega (rapporto 100 a 154,8).

Nella scuola, insomma, c’è oggi un’uniformità stipendiale che difficilmente potrà essere scalfita dai prossimi aumenti contrattuali.