Stato giuridico dei docenti: Reclutamento in mano alle scuole?

Novità in Commissione istruzione alla Camera: la maggioranza ha modificato il testo del disegno di legge sulla stato giuridico degli insegnanti, al termine della fase di audizioni e di confronti che in questi mesi avevano accompagnato l’iter contrastato della proposta.
La Commissione ha varato un testo unificato, ed entro la fine di febbraio la maggioranza conta di chiudere l’iter e di licenziare il testo per l’Aula. Sembra una risposta alle indiscrezioni che vogliono la maggioranza di centrodestra intenzionata a ritirare il testo.
In attesa di poter approfondire il nuovo testo, si possono fare alcune considerazioni sulle modifiche introdotte nel testo unificato predisposto dal relatore.
Innanzitutto si nota uno sforzo (abile ma probabilmente vano) per tentare di ammorbidire la dura opposizione sindacale di fronte ai testi inizialmente presentati. Diversi passaggi sembrano essere ispirati a questa nuova strategia, come, ad esempio, l’art. 3 al comma 3 che recita “La contrattazione collettiva definisce il trattamento economico differenziato da attribuire a ciascuna delle articolazioni di cui al comma 1 e le modalità per il passaggio ai livelli superiori, nonché le modalità per la valutazione delle prestazioni di ogni docente ai fini della progressione economica e di carriera”.
Un secondo elemento problematico, foriero di possibili contrasti politici e istituzionali, è quello dell’esplicita previsione di assegnare la competenza per il reclutamento dei docenti direttamente alle singole istituzioni scolastiche: “… i docenti siano assunti con contratto a tempo indeterminato a seguito di procedure concorsuali per soli titoli, indette dalle singole istituzioni scolastiche… ed espletate da un’apposita commissione giudicatrice presieduta dal dirigente dell’istituzione, che provvede alla nomina dei vincitori del concorso“.
Una previsione che, oltre a non essere gradita ai sindacati degli insegnanti, è in netto contrasto con lo schema di decreto legislativo sulla formazione e il reclutamento dei docenti presentato in questi giorni dal Miur al Consiglio dei Ministri, che all’art. 5 riconosce all’ufficio scolastico regionale la competenza all’assegnazione alle scuole, “nell’ordine delle graduatorie e tenendo conto delle preferenze espresse dagli aspiranti stessi“. Insomma, Ministro e Parlamento viaggiano su strade diverse…