Sperimentazione secondo ciclo: braccio di ferro in Lombardia

L’”immediata revoca” del DM 775/06, e un “immediato incontro” con il direttore dell’Ufficio scolastico Regionale per la Lombardia, Mario Dutto, sono stati chiesti la scorsa settimana dagli assessori provinciali all’istruzione delle Province di Milano, Mantova, Cremona, Lecco e Lodi “al fine di illustrare i contenuti del documento” approvato dall’Unione delle Province d’Italia (UPI) il 16 febbraio 2006, in cui si chiede la revoca dello stesso Decreto 775/06.
Il tono è perentorio, ma il direttore Dutto si trova tra due fuochi, perché la Regione esprime una ben diversa valutazione sulla riforma Moratti (e anche sul decreto 775 che ne anticipa l’attuazione per alcuni aspetti), e d’altra parte egli non può non attenersi alle disposizioni del MIUR, che prevedono la formulazione, da parte dei Direttori scolastici regionali, di appositi Piani regionali nei quali confluiscono i progetti inviati dalle scuole.
Ma l’assessore all’Istruzione ed edilizia scolastica della Provincia di Milano, Giansandro Barzaghi (di Riformazione comunista), che è anche coordinatore degli assessori all’Istruzione dell’Unione delle Province Lombarde (UPL), va all’attacco sostenendo che “questo decreto del Ministero è del tutto illegittimo in quanto ha disatteso l’accordo raggiunto nel settembre 2005 tra le Regioni e il Governo che impegnava quest’ultimo a non promuovere sperimentazioni sotto qualsiasi forma prima dell’eventuale avvio della ‘Riforma’ previsto per l’anno scolastico 2007/2008“.
Una situazione non facile, quella dei direttori scolastici regionali, dalla quale si uscirà, probabilmente, solo quando l’esito delle elezioni politiche avrà fatto chiarezza anche sulle prospettive della riforma Moratti, soprattutto per quanto riguarda il secondo ciclo.