Spending review, sindacati divisi

Le strategie sindacali per fronteggiare le conseguenze della spending review nel pubblico impiego si diversificano. Mentre Cgil e Uil confermano lo sciopero del pubblico impiego fissato per il 28 settembre prossimo la Cisl non aderisce e sceglie la via della trattativa.

La Cisl Fp (Giovanni Faverin) e la Cisl Scuola (Francesco Scrima) in una nota congiunta dei due segretari confermano il proprio no ai tagli lineari contenuti nel decreto sulla spending review, ma apprezzano la disponibilità del ministro Patroni Griffi al confronto e chiedono “un accordo Aran da firmare in settembre per tradurre in contratto quadro l’intesa del 3 maggio”.

Anche la Cisl critica il provvedimento “che prevede il taglio indiscriminato degli organici”, ma “giudica positivamente l’apertura del ministro sulle nostre richieste: un esame congiunto sui criteri per individuare eventuali esuberi e un confronto su profili e professionalità da inserire nella Pa dopo lo sblocco del turnover”.

La Cisl cercherà di ottenere concreti risultati già dai primi giorni di settembre, allargando alla scuola la soluzione trovata per il pubblico impiego, dove gli esuberi  “godranno del pre-pensionamento, cioè delle regole sul pensionamento preriforma Fornero, e che quindi saranno accompagnati alla pensione senza soluzioni traumatiche”.

Faverin e Scrima chiedono che si proceda analogamente anche per i docenti in esubero e quelli inidonei per salute, per i quali la legge prevede il passaggio ad altri profili. “Si apra subito un confronto, come chiesto dai sindacati, per evitare di veder mortificati professionalità e titoli del personale. I tempi previsti dal decreto legge per l’inquadramento in altri ruoli sono assolutamente impraticabili, vanno senz’altro rivisti”.

La Cisl punta anche a ottenere, all’interno del calendario di incontri concordato con il ministro, un contratto nazionale quadro sulle relazioni sindacali da sottoscrivere all’Aran, per rafforzare la partecipazione del sindacato alla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione: “cioè per rafforzare il contributo dei lavoratori ad un riordino di enti e servizi che tagliando gli sprechi veri, le spese inutili, i cda delle società partecipate, recuperi risorse per il risanamento dei bilanci e per retribuire meglio le professionalità”.