Tanti soldi alle scuole, difficili da spendere: DSGA e DS buttano la spugna
Impossibile gestire progetti per il PNRR: meglio lasciare l’incarico. La clamorosa notizia, da confermare, viene da Bolzano dove alcuni DSGA e DS avrebbero rinunciato all’incarico, chiedendo la restituzione al ruolo di provenienza, a causa delle difficoltà di gestire i finanziamenti per progetti del PNRR finalizzati a contrastare la dispersione scolastica, ridurre i divari territoriali e favorire l’innovazione digitale.
Senza arrivare a gesti clamorosi come quelli di Bolzano, da diverse scuole arrivano segnali di difficoltà nella elaborazione dei progetti e nella gestione dei finanziamenti assegnati d’ufficio con obbligo di spesa. Alcune intendono rinunciare, a rischio di essere commissariate, come prevedono i decreti sul PNRR.
Di fronte a questa situazione il prof. Italo Fiorin ha espresso considerazioni pienamente condivisibili, diffuse su Facebook e che Tuttoscuola riporta di seguito.
RISPETTO. Alle scuole sono arrivati tanti fondi. Sono arrivati la scorsa estate, improvvisamente. Fondi per contrastare la dispersione scolastica, per ridurre i divari territoriali, per favorire l’innovazione digitale. Ottime finalità, non c’è che dire.
Ma i problemi sono nati subito, quando si è capito o temuto di dover spendere presto, tutto, secondo direttive che prima mancavano, poi sono tardivamente apparse, con richieste incalzanti a stressare uffici non abituati a gestire questa abbondanza. Tutti confidando in qualche soluzione all’italiana.
Tanta grazia per i furbetti, per i venditori senza progetto ma molto abili, pronti a soccorrere i dsga (sigla tremenda) e i dirigenti.
E tutto questo dentro gabbie rigide, con un progetto (se si può dir così) pensato da qualche imperscrutabile ufficio. Soldi del PNRR. Soldi da spendere rapidamente.
Tutto questo è accaduto con l’altro governo, ed è continuato con questo, in una incredibile continuità di intenti, pur essendo divisi da tutto e su tutto. Salvo che, sulla pelle della scuola, tutto questo si scarica.
Allora devi fare acquisti, anche se non ne hai bisogno; allora devi intervenire così e così con gli studenti, e non diversamente; e farlo subito, e rispondere dei risultati in tempi brevi, come se bastasse una valanga di denaro a cancellare la povertà educativa in quattro e quattrotto.
Ora ecco arrivare altri soldi, per la formazione, ma anche questa deve essere come da direttiva.
E se la direttiva è miope, l’importante è obbedire.
Povera scuola. Quanta mancanza di rispetto, quanta incuria, quante parole, quanto vuoto. E quanto spreco. Chi misurerà il fallimento? Chi ne risponderà? Italo Fiorin.
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