Società Italiana Pediatria: ‘La scuola è un luogo sicuro’. Miozzo (Cts): ‘Rischio controllato, dal 7 gennaio si deve tornare in classe’

Per la Società Italiana di Pediatria (SIP) la scuola è un luogo sicuro. E’ questo il messaggio emerso durante la conferenza stampa, tenuta presso l’aula magna dell’IC “Regina Elena” di Roma, in cui sono stati presentati i risultati del progetto “A tutela dello studente, per una scuola sicura” promosso dalla stessa Società Italiana di Pediatria, l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, l’Istituto di Ortofonologia e la Fondazione Mite. Un progetto pilota per avere dati certi sulla reale pericolosità di diffusione all’interno delle scuole del Covid-19 attraverso la somministrazione di test diagnostici salivari e test da campione ematico a tutti gli studenti, i professori e il personale Ata.

L’indagine ha coinvolto due plessi scolastici per un totale di 1262 soggetti, 1094 studenti, 141 insegnanti e 27 addetti del personale: più del 96% del totale, “un’adesione plebiscitaria”, ha commentato Villani. Gli screening si sono svolti a inizio settembre e poi sono proseguiti a cadenza mensile. Nel primo round sono stati testati 1099 campioni e solo un soggetto è risultato positivo, nel secondo a fronte di 1075 solo 7 sono risultati positivi e nel terzo, su 1257 test, solo 3 studenti sono risultati positivi. In totale, quindi, 16 alunni distribuiti in 14 classi differenti.

Presenti durante la conferenza Alberto Villani, Presidente della SIP, che ha voluto sottolineare come questo progetto abbia rappresentato “un’occasione unica, un lavoro storico che ci ha permesso di dimostrare quello che sta veramente accadendo nella scuola. Proseguiremo lo studio, i pediatri sono stati sempre convinti dell’importanza della scuola in presenza, ma era importante accertare che la scuola fosse un luogo sicuro. E questa ricerca lo dimostra”.

Presente anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, che ha ricordato una scadenza importante: “Il 7 gennaio dobbiamo tornare tutti a scuola. Sempre se saremo abbastanza prudenti durante le vacanze di Natale. La scuola deve tornare a essere un imperativo culturale sociale ed economico di questo Paese. È vero che il rischio zero non esiste, ma a scuola c’è un rischio controllato. Un rischio accettabile”. Un rischio che i dati della ricerca condotta con il progetto “A tutela dello studente, per una scuola sicura” mettono nero su bianco.

Alla conferenza ha preso parte Federico Carlo Perno, responsabile di microbiologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, che ha sottolineato il senso dell’iniziativa: “Volevamo dimostrare che nelle scuole non si propaga il virus e quello che abbiamo visto è che il tasso di presenza del virus nelle scuole che abbiamo testato è un tasso più basso della media nazionale, non cresce nel tempo e soprattutto la scuola non è causa di focolai. I ragazzi si infettano fuori. Oggi abbiamo l’evidenza che una scuola che segue le regole ed è monitorata, non è veicolo del virus ma se mai è un luogo protetto – ha concluso Perno – Questi risultati servono anche per aiutare a fare le scelte sulla base di dati reali”.

A prendere la parola anche Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Ortofonologia che ha sottolineato come “con le scuole aperte bambini, docenti e genitori sono tornati a sorridere. Le scuole chiuse creano problemi enormi e non abbiamo neanche idea di quanto pagheremo se dovessimo richiuderle”.

A chiudere la conferenza stampa Rossella Sonnino, dirigente scolastica dell’IC “Regina Elena” di Roma; Isabella Tamburrini, referente Covid della scuola e Daniela Sabelli, presidente del Consiglio d’Istituto che hanno sottolineato quanto sia necessaria la collaborazione tra le componenti della comunità scolastica e quanto il progetto pilota abbia aiutato tutti a sentirsi più sicuri. “Siamo riusciti a fare un intervento di screening e prevenzione- ha concluso la dirigente scolastica- Quella prevenzione primaria che in un momento come questo legato alla pandemia è estremamente importante”.