Smartphone a scuola. Pro e contro nel mondo

Come noto, con la circolare dello scorso 16 giugno il Ministero dell’Istruzione e del Merito italiano ha vietato l’uso degli smartphone in tutto il percorso scolastico, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, adeguandosi a una decisione adottata in molti Paesi, europei e non. Una decisione auspicata dall’Unesco già nel 2023, ma solo parzialmente accolta, visto che, stando ai dati forniti dalla stessa organizzazione, alla fine del 2024 avevano provveduto al divieto solo 79 Paesi sui circa 200 membri dell’ONU.

In Europa il divieto è generalizzato, con eccezioni previste per gli studenti con disabilità o con bisogni educativi speciali. Da questa linea si allontana nettamente solo l’Estonia, che pure può vantare risultati eccellenti che la collocano ai vertici nelle classifiche comparative internazionali, a partire da quelle del programma Ocse-PISA, relative ai livelli di apprendimento. La ministra dell’Istruzione estone, Kristina Kallas (omonima ma non parente di Kaja Kallas, già primo ministro e attuale Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera), in carica dal 2023, ha considerato controproducente ogni forma di intervento ministeriale nella gestione della didattica, ritenendo che la materia sia di competenza esclusiva degli insegnanti, per i quali peraltro lo stesso Ministero predispone impegnativi corsi di formazione all’uso didattico dei dispositivi digitali. In Italia un modello ispirato a principi analoghi è realizzato in alcune sperimentazioni d’eccellenza, e dei suoi aspetti positivi parla anche Daniela Di Donato (per approfondimenti cliccare su questo articolo). Ma il divieto è ormai la norma.

Fuori dell’Europa la situazione è differenziata, e può variare localmente anche di molto negli Stati a struttura federale come l’India e gli Stati Uniti. Negli USA la progressista California ha varato nel 2024 una legge, che ha ricevuto il sostegno bipartisan di democratici (al governo locale) e repubblicani, che dispone il divieto assoluto di uso degli smartphone in aula, salvo che per esigenze mediche o di emergenza. Sulla stessa linea anche Stati a guida repubblicana come la Florida e il Texas, dove i divieti comprendono anche le pause tra le lezioni.

Anche il Giappone, la Corea del Sud e la supertecnologica Cina (dove si sperimentano, come negli USA, interfacce cervello-computer) si muovono sostanzialmente nella stessa direzione.

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