Sindacati: ok le 18 ore, ma non basta

I sindacati della scuola prendono atto della eliminazione della norma sulle 24 ore dalla Legge di Stabilità, ma rilanciano su altre questioni aperte confermando le iniziative già indette nei giorni scorsi.

Assai cauto è il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna, secondo cui ”la soluzione trovata, tagli per 180 milioni di euro, è tutta da verificare”. E poi aggiunge ”Non vorremmo trovarci di fronte alla riduzione della retribuzione accessoria che è parte del fondo di istituto. Serietà suggerisce di leggere bene il testo della nuova norma votata dalla Commissione Bilancio, e di verificare se andrà a incidere sulla retribuzione del personale, anche perché, al solito, con il governo non c’e stato alcun confronto”.

Anche per Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, la cancellazione della norma che modificava gli orari di lavoro dei docenti ”non è sufficiente a far rientrare la mobilitazione, che resta confermata, con tutte le iniziative che precederanno e prepareranno la giornata di sciopero del 24”. Scrima ricorda che” lo sciopero nasce dalla rottura del confronto sul recupero degli scatti di anzianità, le norme sull’orario dei docenti sono giunte in seguito ad aggravare una situazione già fortemente critica”. Per il sindacalista il Governo “non ha alcuna ragione per ritardare ulteriormente l’emanazione dell’atto di indirizzo che serve per avviare la trattativa sugli scatti”.

Il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, insiste a sua volta sulla questione del recupero degli scatti d’anzianità ma aggiunge altre motivazioni: “non c’é alcuna certezza per il rinnovo del contratto nazionale, si continuano a ridurre le risorse per l’autonomia scolastica e la contrattazione d’istituto e rimane aperta la questione dei docenti inidonei. Il concorso per i docenti ogni giorno si gonfia di aspiranti per effetto delle sentenze e quindi oltre a essere una lotteria è ingestibile. Si continua a penalizzare il diritto allo studio e il taglio degli organici determina il licenziamento di tantissimi precari. Per queste ragioni – conclude Pantaleo – la mobilitazione in tutti i comparti della conoscenza continuerà”.