Sezioni primavera: carta vincente per il Sud

Dei 2,3 miliardi di fondi europei che il Governo ha sbloccato per il Sud, 400 milioni saranno destinati ad asili nido. Si tratta di una bella somma da spendere per i progetti europei finalizzati nelle quattro Regioni del PON (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia).

Nell’ultimo decennio i fondi europei per lo sviluppo secondo i Piani Operativi Nazionali (PON) sono stati spesi in quantità molto modesta: il 9%. Infatti i fondi europei e nazionali stanziati dal 2007 al 2013 ammontavano a quasi 60 miliardi, di cui 47 destinati al Sud. Di quella ingente somma è stato impegnato meno del 19% per un totale di circa 12 miliardi. Ma la spesa effettiva è stata soltanto di 5,9 miliardi, pari, appunto al 9% (8,2% nelle aree meridionali).

L’incapacità di spendere e di spendere bene con piani di sviluppo è da oltre dieci anni fonte di imbarazzo e di preoccupazione. La preoccupazione non manca anche questa volta. È lecito chiedersi: quanti di quei 400 milioni destinati ai servizi per l’infanzia verranno effettivamente impegnati e, soprattutto, spesi?

La costruzione di un asilo nido costa molto e non si realizza certamente in quattro e quattr’otto. Eppure c’è una soluzione, dignitosa e a portata di mano che può aiutare a spendere subito e a spendere bene una buona parte di quella somma destinata all’infanzia. Le sezioni primavera, aggregate alle scuole dell’infanzia già esistenti, non richiedono costruzione di nuove strutture, perché gli spazi esistono: basta accertarne l’idoneità.

Le sezioni primavera per bambini tra i due e i tre anni di età sono un servizio leggero, a basso costo, fruibile in quei piccoli comuni che non possono permettersi il lusso di un nuovo asilo nido.

Il Sud ha lunghe liste di attesa di richieste di attivazione di questo servizio che non hanno potuto essere accolte per la ristrettezza del contributo statale che l’anno scorso è stato inferiore ai 17 milioni complessivi per le 1600 sezioni primavera di tutta Italia.

Se si stanziasse un quarto di quei 400 milioni, si consentirebbe l’istituzione di circa 4 mila nuove sezioni, capaci di accogliere 60-70 mila bambini.